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venerdì 26 Aprile 2024
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    Il 30 novembre si vota. Il commissario straorinario non si presenta e fa il bilancio di questi anni

    CHIANTI – Una lunga esperienza nella bonifica Toscana, prima come presidente e poi come commissario straordinario del Consorzio di Bonifica per la difesa del suolo e la tutela dell’ambiente della Toscana Centrale.

     

    Un ente, il Consorzio di Bonifica, spesso nell'occhio del ciclone: in particolare in casi come le recenti alluvioni dell'ottobre scorso.

     

    Ma Mauro Cresti, che con questa intervista saluta e ricorda le "nuove elezioni del 30 novembre, che riporteranno la rappresentanza in mano agli elettori (e questo è senza dubbio un bene)", sa bene la strada che è stato fatta. E la ripercorre passo dopo passo.

     

    Cresti, come mai ha deciso di non ripresentarsi alle elezioni?

    "La riforma regionale si occupa degli enti che gestiscono la manutenzione delle opere idrauliche (non le nuove opere) e del reticolo idraulico. Questa attività si finanzia attraverso un tributo patrimoniale. Sinteticamente la riforma ha ridotto gli enti gestori passando da 26 (13 consorzi e 13 comunità montane/unioni dei comuni) a 6 consorzi di bonifica. Io non mi ripresento alle elezioni perché dopo un periodo lungo è bene passare la mano, facilitando la circolazione delle idee in un settore molto complicato, strumentalizzato e ampiamente sottovalutato nelle sue potenzialità e nella qualità delle competenze professionali che vi lavorano. Un settore, eppure, così attuale e fonte di sviluppo ambientale".

     

    Come potrebbe riassumere il suo mandato?

    "La storia del mio mandato si può riassumere con il cambio di ben tre denominazioni dell’ente, che hanno comportato un notevole aumento di attività nelle aree del Chianti (senese e fiorentino) e nella val d’Elsa… il vero e proprio “cuore” della Toscana. Dal Consorzio di Bonifica della Val di Pesa si è passati a quello delle Colline del Chianti per arrivare a quello della Toscana Centrale (32 comuni). Domani il nuovo ente comprenderà l’Area Fiorentina, l’Ombrone Pistoiese, il Mugello, la Val Bisenzio. Il nuovo nome sarà Consorzio di Bonifica n. 3 “Medio Valdarno” (65 comuni)".

     

    Cambi che comportano coperture territoriali molto vaste…

    "Con i diversi cambi di denominazione e la conseguente estensione dell’attività si è passati da 15.000 a 70.000 ed infine a 140.000 consorziati. Il bilancio e dunque le spese per l’attività sul territorio del Consorzio, relativamente alla sola entrata tributaria, sono passati da 800mila, a 3,5 milioni ed infine a 7,5 milioni di euro all’anno. Il bello di questo tributo è che non può essere distolto dagli scopi di manutenzione nei territori dove viene prelevato e quindi, in essi viene riversato attraverso lavori e attività del Consorzio".

     

    Che struttura lascia in dote al suo successore?

    "Oggi il Consorzio che consegno al nuovo Ente del Medio Valdarno ha una struttura di circa 47 dipendenti, ed appare un po’ sottodimensionata, perché per il troppo lungo di commissariamento non si sono potute assumere le figure professionali effettivamente necessarie. Un terzo dei dipendenti a disposizione è operativo, operai che lavorano sul territorio; un terzo è tecnico ingegneri, geometri che progettano e dirigono cantieri e attività; un terzo è catastale e amministrativo. Una sola unità è dirigente. L’incidenza del costo del personale nei bilanci è consolidata tra il 33-34% ed ovviamente, vista la natura dell’ente, il loro lavoro produce attività diretta sul territorio. Il costo della componente eletta e degli amministratori grava per circa l’1% sul bilancio. I consolidati attivi di bilancio sono nell’ordine di milioni di euro e sono andati a finanziare negli anni acquisizioni di sedi per migliorare l’operatività e non la rappresentanza. Questi sono i parametri che in un bilancio devono essere evidenziati e giustamente sottoposti a controllo dei sindaci revisori, dei consorziati, di Provincia e Regione Toscana".

     

    Insomma, pur essendo struttre spesso nell'occhio del ciclone questi consorzi…

    "I consorzi di bonifica, oggi, sono strutture competenti, dinamiche e giovani nel personale. Hanno bilanci controllati tendenzialmente in attivo o molto in attivo come nel nostro caso. Ciò non è generalizzabile, ovviamente, sia a livello regionale che nazionale, ma oggettivo è invece il valore della loro funzione e questo vale in particolare per la Toscana, così ambientalmente diversificata e per questo bella, ma complicata sotto l’aspetto paesaggistico e idrogeologico. La politica a volte riforma enti in attivo per bizzarrie di luoghi comuni e di strumentalità, ma ovviamente è sua legittima facoltà farlo, assumendosi le responsabilità che ne conseguono".

     

    Come riassumerebbe la sua esperienza?

    "La mia esperienza in questo ente, dopo tre legislature di amministratore pubblico a San Casciano, è stata esaltante per le problematiche, per le dimensioni, per il confronto con le competenze professionali trovate o formate, per i rapporti umani vissuti senza troppe formalità.
    Questa esperienza è stata anche drammatica per gli eventi che si sono succeduti sui nostri territori. Negli anni siamo passati da grandissime siccità ad eventi meteo calamitosi. A volte, grazie alle opere idrauliche presenti si sono sostanzialmente evitati danni, altre volte, purtroppo, le opere esistenti non sono state sufficienti a contenere totalmente le ondate di piena. Vi sono state quindi ripercussioni negative sul territorio sia per la quantità delle piogge che per limiti nella pianificazione dell’edificato urbano storico e recente".

     

    Anche perché il rischio idrogeologico dovrebbe essere una priorità per l'intero sistema-Italia…

    "Questa è una attività difficile, che non risolve il 100% delle criticità, ma se ben condotta può mitigare il rischio di abitare, costruire, lavorare, vivere nelle vicinanze di corsi d’acqua, sempre più costretti tra la loro possente naturalità ed i nostri interessi. E’ una attività, che abbiamo condotto, insieme alle amministrazioni e alle tante realtà associative di settore locali, con grande disponibilità e spirito di collaborazione. Per questo va il mio ringraziamento ai sindaci, agli assessori, ai funzionari comunali e ai responsabili di tutte le comunità e associazioni locali. E’ una attività che solitamente non si improvvisa, per la quale è complicatissimo e pericoloso improvvisarsi tecnici, che ha bisogno di tempi medio lunghi per potere essere riconosciuta e riconoscibile sul territorio, nella gran parte del quale la nostra presenza è recente. Eccetto la Val di Pesa, il resto del territorio è sotto la responsabilità del Consorzio della Toscana Centrale dal 2006 o dal 2009. E aumentare la sicurezza un bacino idrografico di centinaia e centinaia di kmq è una attività che va iniziata a misurare almeno dopo un decennio".

     

    Ci ricordi qualche "fiore all'occhiello"…

    "Un osservatore attento non può non percepire come siano migliorati i fondovalle dei nostri corsi d’acqua. Entrare nel merito delle cose è l’unica via sempre valida, si fatica, ci si espone, ma non esistono scorciatoie. A volte ci si riesce, altre meno, altre si fallisce. Io sono grato alla vita per avermi fatto vivere questa esperienza in mezzo a persone che con passione e competenza dedicano il loro impegno all’ambiente".

     

    Insomma, il suo è un addio pieno di tante cose.

    "Sarà una combinazione… ma su questi stessi fiumi, la Pesa, la Greve, l’Ema, l’Elsa ho vissuto la gioventù, ci ho passato le vacanze, ci ho pescato, alcuni li ho percorsi anche a piedi quando sono stati secchi, tutti li ho controllati e ancora lo faccio dal punto di vista chimico da oltre 38 anni nel mio vero lavoro professionale. Nella vallata del Pesa ci vivo e una delle mie figlie si chiama addirittura come uno di questi fiumi; per l’altra non ho trovato un nome di fiume anche se mi sarebbe piaciuto… Non mi separo quindi da nulla, non termino nulla, continuo il mio percorso di coerenza con curiosità, passione e soprattutto rispetto per il lavoro e per l’ambiente in cui viviamo".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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