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giovedì 25 Aprile 2024
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    Un’altra lettera sulla loro scrivania: “Contenuto poco chiaro, attendiamo incontro. Non scendiamo a compromessi”

    CHIANTI FIORENTINO – Rimarranno aperti o saranno soppressi? Il futuro degli uffici postali del Chianti resta ancora nebuloso. Anche dopo l’ultima lettera inviata da Poste ricevuta dai sindaci proprio questa mattina il nodo della questione appare poco chiaro. 

     

    Da un lato la comunicazione conferma l’applicazione del piano di ridimensionamento, previsto anche per gli uffici postali del Chianti, dall’altro si legge che il processo di razionalizzazione continuerà a correre lungo il binario della conciliazione e terrà conto delle istanze avanzate dagli enti locali in un percorso di condivisione.

     

    I sindaci, aperti al dialogo e al confronto, ribadiscono che al tavolo saranno ben disposti di sedersi ma solo se non si considererà la chiusura degli uffici come unica alternativa.

    “La mia domanda è semplice –  contesta il sindaco di Tavarnelle David Baroncelli, preoccupato per il futuro dell’ufficio di San Donato in Poggio – si tratta di una discussione, quella menzionata nella lettera, reale o simulata, l’azienda è realmente interessata ad attivare un dialogo con le amministrazioni comunali?".

     

    "Le mie valutazioni – dice – sono legate al fatto che dopo l’ultimo incontro avvenuto lo scorso febbraio non abbiamo più ricevuto alcuna indicazione, non vorremmo fosse solo filosofia, abbiamo bisogno di fatti, indicazioni concrete che non vadano nella direzione della cessazione dell’ufficio che per il territorio rappresenta un servizio essenziale".

     

    "Voglio ricordare – dice Baroncelli tornando a battere su un tasto dolente- e non mi stancherò mai di farlo, che eliminare un ufficio postale in un’area di campagna, come quella di San Donato, significa sottrarre alla comunità uno strumento di autonomia e coesione sociale soprattutto per le fasce deboli della popolazione, tra cui gli anziani che hanno difficoltà negli spostamenti".

     

    "Per non parlare delle storiche criticità legate – rimarca- al servizio di trasporto pubblico locale presenti nel Chianti. Ricordo anche che è in corso un contenzioso con il quale stiamo portando avanti il ricorso al Tar contro il piano di razionalizzazione. Apprendiamo della lettera giunta ai romolini che conferma i nostri dubbi e siamo vicini al sindaco di San Casciano. Perché nessuno degli uffici postali del Chianti deve essere chiuso. Ai teatrini non ci stiamo”.

    Per il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini che proprio qualche giorno fa ha risposto ad una domanda di attualità presentata dal consigliere comunale Sandro Matteini "la battaglia è da continuare al fianco delle altre istituzioni e dei cittadini per mantenere i servizi sul territorio".

     

    "Il piano – prosegue –  ad oggi rimane sia politico sia legale. Disponibili al dialogo, ma su basi di chiarezza e di condivisione vere, non su basi di imposizioni e fughe in avanti da parte di Poste".

     

    Anche il sindaco di Barberino Val d’Elsa Giacomo Trentanovi conferma la propria disponibilità al confronto ma non accetta compromessi che prevedano la chiusura dell’ufficio postale di Marcialla e il ridimensionamento di quello di Vico d’Elsa ai quali si rivolgono circa duemila cittadini.

     

    “Questa lettera non mi fa sentire tranquillo – dice – scorrendola si evince che l’azienda esprime la volontà di mettere in atto il piano di razionalizzazione 2014; fa piacere che si faccia riferimento ad un percorso di concertazione ma non abbiamo ancora ricevuto alcuna convocazione in merito e ne aspettiamo le coordinate fiduciosi, la posizione che confermo, come già detto e comunicato dall’inizio di questa vicenda, è che sono disponibile al confronto ma non per mettere in discussione chiusure ed eventuali ridimensionamenti  degli uffici, erogati come servizi pubblici, nelle loro funzioni e nelle loro finalità".

     

    "Non vorremo che fosse una manovra per allungare i tempi – conclude – Apprezzo inoltre il processo di digitalizzazione dei servizi postali cui si fa riferimento la lettera che deve incrementare, potenziare ma non sostituire i servizi attuali. Siamo ancora un Paese di analfabeti digitali, una realtà che conta 22 milioni di italiani, come attestano gli ultimi dati, in un paese in cui il 75 per cento della popolazione over 65 non sa utilizzare internet né gli strumenti informatici, come è possibile solo pensare di puntare tutto esclusivamente sui processi di trasformazione digitale?”.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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