L’imposta di soggiorno in Toscana è ormai realtà consolidata. Secondo i dati dell'Anci toscana sono 86 i Comuni che nel corso del 2012 l’hanno istituita, mentre due sono quelli che hanno optato per l’imposta di sbarco che va a colpire soprattutto il turismo mordi e fuggi.
Nel 2013 altri undici Comuni si attiveranno per arrivare all’introduzione dell’imposta che, ad oggi, essendo esclusa dal Patto di Stabilità, costituisce una risorsa immediatamente disponibile per le Amministrazioni che decidano di istituirla.
Nel Chianti fiorentino e senese, dopo un lungo lavoro preparatorio, sono state applicate le stesse tariffe su dieci comuni: San Casciano, Tavarnelle, Barberino Val d'Elsa, Greve in Chianti, Impruneta, Bagno a Ripoli, Castellina, Radda, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga.
L’imposta di soggiorno, che è a carico dei pernottamenti in strutture ricettive, è compresa tra 0,50 centesimi e 5 euro. La legge stabilisce che può essere istituita da Comuni capoluogo di provincia, Unioni di Comuni, località turistiche e città d’arte.
"L’imposta – spuigano da Anci – però, in una prima fase di applicazione, ha sofferto di una certa discrezionalità, che ne ha determinato una diffusione poco omogenea. Proprio per ovviare a questa carenza, Anci Toscana si è impegnata per mettere a disposizione dei Comuni gli strumenti per arrivare ad una visione globale della situazione, con la predisposizione dei piani pluriennali di gestione, e l’approdo a soluzioni fondate sui prezzi e su riflessioni approfondite sulle modalità con cui un Comune è definito o meno turistico, attraverso l’ampliamento del raggio d’azione degli Osservatori di Destinazione Turistica. Se questi passassero, infatti, da un estensione comunale ad una sovra-comunale, almeno a livello di Unioni di Comuni, si potrebbe ottenere un’applicazione più omogenea sui diversi territori".
di Redazione
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