CHIANTI FIORENTINO – C'è grande attesa per l'incontro pubblico fissato per il prossimo 16 ottobre in Provincia di Firenze, un "tavolo" sulla crisi del cotto (clicca qui per leggere l'articolo). In cui ci si propone di parlare soprattutto del rilancio di un settore che fra Impruneta e Greve in Chianti sta vivendo fasi di crisi drammatiche.
A questo proposito mettono in chiaro alcuni punti nodali anche i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista, Andrea Calò e Lorenzo Verdi, che chiedono al presidente Andrea Barducci che "il tavolo interistituzionale affronti anche l’aspetto occupazionale, la forte precarizzazione subita da centinaia di lavoratori del settore privi in molti casi degli ammortizzatori sociali e di adeguate forme di tutele e sostegno".
"L’obiettivo dichiarato del tavolo – proseguono – è quello di arrivare a una stesura di un disciplinare del "brand" Cotto dell'Impruneta della rilevanza del marketing, consorziando i produttori sotto l'egida degli entí locali".
Il Prc chiede però anche "quanti sono i lavoratori che sono già coinvolti in processi di cassa integrazione e o in mobilità sul settore del cotto nell’area del Chianti". E se "le amministrazioni locali, a partire dalla Provincia di Firenze, hanno intenzione di predisporre un apposito fondo anticrisi a sostegno e tutela delle centinaia di lavoratori massacrati dalla pesante crisi recessiva e dalla chiusura di molte aziende".
"Come non ricordare – dicono Calò e Verdi – il dramma della fine proroga della CIG per il lavoratori del cotto Fiorentino che è avvenuta lo scorso 23 settembre. Prima di quella vicenda i lavoratori delle manifatture Il Ferrone, Il Palagio sul Comune di Impruneta di proprietà del Gruppo Vivaterra spa, azienda con sede a Greve in Chianti, avevano svolto un presidio proprio sotto la Prefettura a Firenze per richiamare le imprese a recuperare un profilo di maggiore responsabilità sociale e le istituzioni a intervenire in un settore in crisi, spesso dimenticato o relegato a semplice vetrina individuando reali strumenti di sostegno e tutela verso il lavoro, salari e i redditi".
"Di fronte ad una catastrofe annunciata – ricordano – abbiamo più volte evidenziato l’impotenza e il silenzio delle amministrazioni comunali di Impruneta e Greve, sulle quali insistono insediamenti produttivi storici, usati spesso come fiore all’occhiello ma prive di una relazione, di un progetto di interscambio e soprattutto di governance".
"Proprio in occasione della vicenda dei lavoratori delle manifatture Il Ferrone e il Palagio – concludono – avevamo richiesto che fosse composto un tavolo regionale e una cabina di regia sul comparto del cotto, partendo dalla Provincia di Firenze e tutti i comuni del Chianti, ricordando agli stessi comuni di trovare anche nuovi strumenti per condizionando le cave di estrazione delle terre di argilla di cui sono cessionarie capaci di rilanciare lavoro e occupazione sul proprio territorio".
di Redazione
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