TOSCANA – La Toscana è la regione italiana, e probabilmente del pianeta, più desiderata dagli stranieri che non solo l’amano alla follia, ma se ne sono assicurati anche un pezzetto.
Sono 2.392 gli imprenditori “non italiani” che hanno acquistato un’azienda agricola nella nostra regione, il 14% degli oltre 17mila che in Italia hanno deciso di investire sull’agroalimentare, più sui prodotti di “punta” del nostro ricchissimo paniere come il vino e l’olio extravergine di oliva, e sempre più su uno stile di vita e sull’irresistibile appeal della nostra campagna e dei nostri borghi.
Da Sting, il più famoso, a Figline Valdarno, con i suoi trecento ettari a l’ex chief executive della Time Warner Richard Parsons nel Brunello di Montalcino, sono tanti i vip e i “potenti” che hanno scelto la Toscana, in particolare le zone del Brunello e del Chianti.
In Toscana hanno messo radici per esempio il gallerista tedesco Peter Femfert, con la moglie veneziana Stefania Canali, è proprietario della Fattoria di Nittardi a Castellina in Chianti; l’imprenditore argentino Alejandro Bulgheroni proprietario di Poggio Landi a Montalcino; gli imprenditori americani Dan ed Ellen Lugosh, sempre nel Chianti, con La Porta Vertine di Gaiole in Chianti; il fondatore del gruppo Orient – Express Hotels James B. Sherwood, ancora nel Chianti, fino all’azienda “La Fiorita” di Natalie Oliveros, pornostar in arte nota col nome di Savanna Samson, compagna di Louis Camilleri, a.d. del colosso del tabacco Philip Morris.
A fargli compagnia, nell’ultimo anno, è arrivato anche l’imprenditore cinese della farmaceutica You Yi Zhu che a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero, ha acquistato l’azienda agricola Casanova – La Ripintura (se n'è parlato nei giorni scorsi anche a "Report", clicca qui per leggere l'articolo).
Ma sono tantissimi gli “ordinary people”, gente normale, almeno nell’apparenza, che hanno messo radici nella nostra regione realizzando il sogno di una vita: vivere “sotto il sole della Toscana”.
E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti, sulla base dei dati Inea-Infocamere rispetto all’inizio crisi nel 2007, divulgata in occasione dell’Assemblea elettiva in corso questa mattina, venerdì 15 novembre, a Roma, dalla quale emerge che l’agricoltura è il settore che è stato più in grado di attirare gli stranieri in netta controtendenza all’andamento generale.
"Gli investimenti nelle aziende agricole – sostiene la Coldiretti – non sono infatti delocalizzabili e le opportunità di sviluppo che possono creare sono legate ai territori italiani, a differenza di quanto accade per le altre attività economiche, dove spesso al passaggio di proprietà ha fatto seguito la chiusura degli stabilimenti ed il loro trasferimento fuori dai confini nazionali”.
"In coincidenza con la più grave crisi economica degli ultimi decenni, l’agricoltura – sottolinea Coldiretti – ha fatto segnare il record negli investimenti stranieri per la grande attrattività che esercitaall’estero".
"I terreni agricoli della penisola sono praticamente diventati la “banca” degli svizzeri che – sottolinea la Coldiretti – con il 16% del totale delle proprietà agricole sono la nazionalità più rappresentata tra gli imprenditori agricoli stranieri presenti in Italia, proprio mentre gli italiani sono tentati dall’esportare i propri capitali per metterli in sicurezza".
"Sul podio degli investitori stranieri – continua Coldiretti – ci sono a seguire i tedeschi (15%) ed i francesi (8%) che apprezzano il potenziale economico del Made in Italy agroalimentare, ma anche la qualità della vita delle campagnenazionali. Forte la presenza anche di rumeni, (5%), statunitensi (4%), inglesi (4%) e belgi (3%)".
"Gli imprenditori agricoli stranieri non provengono però solo da economie forti, ma a scegliere il Belpaese sono soprattutto i giovani, con quasi due investitori su tre (61%) che – precisa Coldiretti – hanno meno di 50 anni".
di Redazione
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