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venerdì 29 Marzo 2024
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    Il Gazzettino incontra le aziende agricole del territorio: a colloqui con Francesco Chiostri

     

     

    Si respira un’aria antica alla Fattoria di Vegi, sulle colline che da Poggibonsi ci portano verso Castellina in Chianti. Azienda storica questa, acquistata da Giovanni Chiostri nel 1842.

     

    E’ Silvio Chiostri, quarta generazione familiare alla guida, a raccontarci di vivere tutto ciò come “un onore e un onere. Del resto la storia incombe alle spalle, e la nostra scelta di mettere nelle etichette i nomi dei membri della famiglia testimonia la volontà di lanciare il messaggio che dietro a quel vino c’è la storia di una famiglia. Che produce vino da almeno sette generazioni ed è qui da quattro generazioni: oggi siamo io e le mie due sorelle Sabina e Ida”.

     

    “Mi occupo dell’azienda – prosegue Silvio – da quando morì mio padre: avevo 16 anni e facevo la terza liceo scientifico. Poi ho fatto Agraria a Firenze e dal 1995 mi sono stabilmente sistemato qua con la famiglia”.

     

    Portando la Fattoria di Vegi verso il futuro. Quello di un mondo del vino “schizofrenico – sottolinea Silvio – soprattutto quello del Chianti Classico: a montagne russe, ci sono stati momenti d’oro e momenti di profonda crisi. Quando fu ereditata da mio padre l’azienda era ancora quella acquistata dal bisnonno, con 17 poderi e 355 ettari di terreno. Mio padre Francesco, nella trasformazione da mezzadria a fattoria moderna, vendette 260 ettari: negli ultimi anni aveva tirato un po’ i remi in barca, quando arrivammo era tutta da ricostruire. Dalla fine degli anni ’90 inizio agli anni 2000 abbiamo fatto una profonda ristrutturazione, rinnovandole l’identità. Ristrutturato gli immobili per agriturismo, aumentato la superficie a vigneto (oggi 11,5 ettari di cui 10 a Chianti Classico), sistemato gli oliveti (sette ettari, 1.500 piante), ristrutturato tutta la fattoria”.

     

    Ma non solo: “La scelta – ricorda Silvio – è stata quella di ricominciare a imbottigliare con il nostro nome. Mio padre vendeva il Chianti Classico in fiaschi fino agli anni ’50, poi in partita. Oggi l’azienda, nonostante la crisi, ha incrementato il mercato locale, è di nuovo conosciuta e apprezzata per la qualità e la bontà dei suoi prodotti. Abbiamo un mercato nel nord Italia, mentre all’estero i riferimenti sono gli Stati Uniti, alcuni Paesi dell’Est e da poco anche in Cina”.

     

    E’ lo stesso Silvio ad occuparsi della parte commerciale: “Vuol dire – ci spiega – doversi scontrare con una struttura di mercato che privilegia solo le grandi aziende; le piccole-medie sono penalizzate. Una struttura commerciale costa, richiede grande organizzazione e budget, servirebbe una mano concreta sotto questo aspetto: in altre realtà del mondo questa situazione è diversa, ci sono strutture commerciali condivise che servono a dare risposte ad aziende piccole e medie. Che in realtà sono quelle che fanno il territorio”.

     

    “Siamo immersi – tiene a evidenziare – in una struttura burocratica che penalizza la piccola e media impresa. Anche questo implica costi importanti e tempi persi, che ti impediscono di fare il tuo lavoro al meglio, produrre qualità. Passiamo troppo tempo fra uffici e banche, meno con gli ospiti, in cantina e in vigna”.

     

    Gli si illuminano gli occhi quando ci racconta i suoi vini: “Per il Chianti Classico abbiamo fatto la scelta, visto che la nostra è famiglia che produce questo vino da secoli, di non seguire la moda degli anni ’90 di “imbastardirlo” con i vitigni internazionali e affinamento in barrique e tonneau alla moda dei Supertuscan. Al 90% il nostro è Sangiovese, poi utilizziamo il 10% di Canaiolo, Colorino e Ciliegiolo: l’affinamento è in acciaio il primo e secondo anno, poi un passaggio in botti di rovere italiano o di Slavonia (o castagno); poi, dopo la stabilizzazione tartarica, un importante affinamento in vetro. E’ il procedimento sia per il Chianti Classico d’annata che per la Riserva, che nasce con uve selezionate e tempi di affinamento più lunghi”.

     

    Qui però si produce anche un vino bianco davvero particolare: “E’ stato inventato da me e dal mio enologo – racconta Silvio – per due motivi: io vedevo i miei ospiti che venivano qui e si facevano la classica mangiata toscana, anche d’estate sotto il sole, con un buon bicchiere di Chianti Classico e di Riserva. D’estate era un po’ “tosta”: mi ricordavo, quando ero piccolo, i contadini, i mezzadri che finito l’acquerello, verso maggio, a giugno-luglio nei fiaschi andavano con il fiasco di Trebbiano. Lo mettevano all’ombra o, quando c’era, nel ruscello in acqua. A pranzo lo bevevano con il Pecorino, il salame. Il Trebbiano è un vitigno che dà struttura e corpo: allora con il mio enologo Alessandro Spatafora, mi sono chiesto: perché non facciamo un bianco che stia bene sulla nostra cucina d’estate? Nella Doc Colli dell’Etruria Centrale, che lascia ampio spazio, abbiamo trovato questa formula vincente, tanto che abbiamo dovuto aumentare la superficie vitata. Unisce la struttura del Trebbiano alla grazia e ai profumi dello Chardonnay e del Sauvignon. Può andare su pesce e carne bianca a 12°C; se servito a 14°C-15°C, come ci ha consigliato Luca Maroni nel 2008, può tranquillamente presentarsi sulla tavola toscana a pieno diritto con cacciagione, carni rosse, grigliate, arrosti, maiale. Con il Trebbiano si produce un vino bianco fra i meno acidi: questa mancanza di acidità gli permette di essere abbinato a piatti acidi a base di pomodoro ad esempio, tipici della nostra cucina”.

     

    Ma il vero fiore all’occhiello della Fattoria di Vegi è il Vinsanto, imbottigliato in splendidi mezzi litri: “E’ al 90% Trebbiano e al 10% Malvasia – spiega ancora Chiostri –  Viene fatto da un vigneto che ha un clone di Trebbiano particolare, nato qui a Vegi. Facciamo la vendemmia tardiva per un primo appassimento in pianta: le quantità variano tantissimo in base all’annata per questo motivo. Dopo di che mettiamo quest’uva in castelli di stuoie, distesa, in stanze arieggiate naturalmente, fino a fine dicembre-primi di gennaio. Facciamo poi la pressatura con le presse soffici; poi lo mettiamo nei caratelli che si trovano in soffitta, nella vinsantaia, con esposizione a nord. Vi rimangono 10 anni, qui sta la nostra particolarità. Dopo 10 anni viene svinato e dopo una prima decantazione viene affinato in vetro per 5 anni. Poi messo in commercio: noi stiamo ancora vendendo il Vinsanto del 1995”.

     

    Chiudiamo con uno sguardo al futuro: “Sono sempre fiducioso – dice Chiostri – ma lo vedo abbastanza fosco: molte aziende sono state vendute, altre in vendita. Si stanno affacciando i russi e non solo, anche società americane, che stanno facendo man bassa:. E’ un momento decisivo, serve attenzione da parte di tutti, anche dalle banche e dalla politica. E poi, se si vuol tutelare il Chianti Classico, non si può andare avanti con un vino Chianti prodotto in quasi metà della Toscana: c’è una contaminazione del marchio che ci crea grandi difficoltà e grandi danni”.

     

    LA SCHEDA DELL'AZIENDA

     

    –    NOME: Fattoria di Vegi

    –    ANNO DI NASCITA: qui si fa vino da oltre… un migliaio di anni. Acquistata da Giovanni Chiostri nel 1842

    –    PROPRIETA’: Fratelli Chiostri, quarta generazione

    –    INDIRIZZO: Località Vegi

    –    SITO WEB: www.vegi.itwww.agriturismovegi.it

    –    EMAIL: vegi@vegi.itinfo@agriturismovegi.it

    –    TELEFONO: 3393991149 – fax 0577743255

    –    PRODUZIONI: vino, olio, vinsanto, grappa, seminativo, legna

    –    PRODOTTI: Chianti Classico Docg (“Francesco Chiostri”), Chianti Classico Riserva (“Silvio Chiostri”)Bianco Colli dell’Etruria Centrale Doc (“Margherita Chiostri”, 65% Trebbiano Toscano, 5% Malvasia del Chianti, 15% Chardonnay, 15% Sauvignon Blanc) – Igt Rosso e Bianco (Bag in box) – Vinsanto del Chianti Classico Doc (“Luigi Basilio Chiostri”)Olio Extravergine d’Oliva – Olio Extravergine Dop Chianti Classico

    –    VENDITA DIRETTA: tutti i giorni su appuntamento

    –    DEGUSTAZIONE E VISITE IN CANTINE: su appuntamento

    –    AGRITURISMO/B&B: SI

    –    CAMERE: otto camere con bagno privato, un appartamento, una villa

    –    ANIMALI AMMESSI: NO

    –    RISTORANTE: NO

    –    CERIMONIE: NO

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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