GAIOLE IN CHIANTI – Sabato 1 aprile, alle 17, presso la Società Filarmonica, l'incontro con i 350 giurati del Premio Letterario Chianti con uno dei sette scrittori finalisti, Gianluca Barbera, autore de "La truffa come una delle belle arti" (Compagnia Editoriale Aliberti).
Gianluca Barbera, nato a Reggio Emilia nel 1965, vive a Siena. Ha compiuto studi giuridici e filosofici. Lavora in ambito editoriale da anni. Ha pubblicato racconti su riviste («Maltese Narrazioni», «Fernandel», «'tina», «Achab»,«succedeoggi») e in antologie (Giovani cosmetici, Sartorio, 2009, a cura di Giulia Belloni).
Suoi scritti di attualità e cultura sono apparsi su il Corriere della Sera e il Resto del Carlino. Ha all'attivo diverse pubblicazioni, tra cui il romanzo Finis mundi (Gallucci, 2014) e i saggi Il dittatore utopista (BE, 2011) e Storia di Anna Frank (Rusconi, 2013). Attualmente collabora con le pagine culturali de'il Giornale.
Ne "La truffa come una delle belle arti", il vero truffatore è una sorta di Don Chisciotte rovesciato: l'ingegnoso hidalgo desiderava assolutamente credere vere le favole dei libri di cavalleria; il truffatore fornisce la materia prima a chi cerca qualcosa da credere assolutamente vero.
Picaresco, avventuroso, divagante, comico, a modo suo filosofico (di una filosofia illuministica e sorniona, alla Diderot), il romanzo di Gianluca Barbera racconta le vicende di una dinastia di truffatori, i catanesi Lopiccolo, dal 1842 a oggi, intrecciandola con le vicende storiche italiane ed europee, ed evocando pian piano un'immagine del mondo come grande coacervo di truffe, d'illusioni, di millantature, di finzioni condivise o fintamente condivise – dalla "sirena delle Galàpagos" del primo capitolo ai titoli derivati dell'ultimo – in nome di un principio elementare: la ricerca della felicità.
E, al lettore che voglia farsi abbindolare – perché che cos'è un romanzo, se non un mucchio di bugie? – Barbera ne offre parecchia, di felicità.
di Redazione
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