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martedì 26 Settembre 2023
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    Il sindaco Michele Pescini non chiude le porte a uno “scivolamento” verso la Città Metropolitana

    Qui le strade portano a Firenze. A Gaiole in Chianti si sta ragionando su tutte le ipotesi, in attesa di capire come sarà definita la riforma istituzionale di accorpamento delle province, il sindaco Michele Pescini spiega però che portare tutto il Chianti nel fiorentino non sarebbe traumatico, tutt'altro. La città metropolitana potrebbe giocare un ruolo importante nello sviluppo economico del territorio

     

    “E' un nostro dovere prendere in considerazione l'ipotesi di riferirsi a Firenze piuttosto che avere un capoluogo spostato a Grosseto – spiega Pescini – Il legame con Siena c'è, è innegabile, ma la gente a Gaiole non si sente senese”.

     

    Prima di pensare a passaggi di confini provinciali comunque c'è una questione più urgente da risolvere nel Chianti senese. E riguarda Gaiole, ma anche Radda e Castellina. Entro la fine dell'anno secondo le prescrizioni di una legge regionale i tre comuni devono gestire tre funzioni fondamentali in forma associata.

     

    Potrebbero scegliere di associare la polizia municipale, oppure i servizi sociali o quelli scolastici, gli uffici tecnici devono fare le loro valutazioni per scegliere la soluzione più conveniente e più facilmente attuabile in vista di una razionalizzazione e di un risparmio delle risorse pubbliche.

     

    Una convenzione tra i Comuni di Radda e Gaiole per l'esercizio in forma associata delle funzioni di polizia municipale esiste già e nelle premesse del documento si legge che “i Comuni facenti parte del Chianti Senese hanno individuato quale livello ottimale per la gestione dei servizi in forma associata il territorio dei quattro Comuni di Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Castellina in Chianti e Castelnuovo B.ga”.

     

    Un discorso a quattro che per il momento si restringe a tre comuni (si esclude Castelnuovo) seguendo lo schema della Regione (legge 68/2011) e nella prospettiva di associare anche tutte le altre funzioni:

     

    “La legge regionale a cui facciamo riferimento prescrive di gestire in forma associata tutte le funzioni tra i tre comuni che non raggiungono la soglia di 5 mila abitanti (insieme i territori hanno una popolazione di 7.410 abitanti, n.d.r.) – spiega Pescini – Ma fare servizi associati potrebbe essere solo il primo passo verso un'unione e qui a Gaiole non dispiacerebbe neanche una fusione tra tre territori che sono affini in tutto: l'intero consiglio comunale si è espresso in questo senso”.

     

    Precisa il primo cittadino di Gaiole: “La Regione promuove le fusioni e offre oggi degli incentivi, ma in un prossimo futuro (dal 2016) il passo sarà obbligato, tanto vale semplificare le cose e utilizzare gli incentivi (250 mila euro a comune) adesso”. L'idea non è condivisa fuori da Gaiole e il dibattito è aperto.

    di Lisa Baracchi

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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