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martedì 10 Dicembre 2024
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    La passeggiata coi due cani si trasforma in massacro: aggrediti da quattro pitbull, uno dei levrieri ucciso

    I quattro pitbull che sbucano e iniziano ad azzannare i due Galgo, morsi anche ai proprietari. Duende è morto dopo un'ora e mezzo, Claus, ritrovato in seguito, è grave in clinica

    PIANELLA (CASTELNUOVO BERARDENGA) – Una passeggiata coi cani, in un pomeriggio di autunno chiantigiano. Che si trasforma in dramma, in una vera e propria mattanza, a causa di chi, i cani, non è in grado di tenerli.

    E’ accaduto a Paolo Rappuoli e alla moglie Cecilia, che nei giorni scorsi, di pomeriggio, hanno deciso di andare a fare una passeggiata con i loro cani nella zona di Pianella.

    “Con noi – raccolta Paolo, che è stato anche assessore a Gaiole in Chianti – i nostri due Galgo (levriero spagnolo) Duende e Claus. Scegliamo di andare a Pianella, lungo la strada che costeggia l’Arbia. Strada che porta alla cava di rena e ghiaia da noi già frequentata diverse volte”.

    “A un certo punto – prosegue nel racconto – mentre tornavamo indietro verso la nostra vettura, vedo arrivare di gran carriera quattro pitbull; i quali, senza pensarci un momento, si scagliano sui di noi e cominciano a mordere ferocemente i nostri cani. Con Cecilia abbiamo cercato di difenderci in tutti i modi, ma questi non sentivano nulla”.

    “A un certo punto Cecilia è riuscita a sganciare il moschettone del guinzaglio dei cani per agevolare la loro fuga – riprende descrivendo quegli attimi, concitati e terribili – Claus seppur con un pit attaccato, è riuscito a fuggire; Duende, con tre bestie attaccate, non c’è riuscito. Torno a ribadire che i pit non hanno minimamente sentito i nostri colpi e le urla di Cecilia (io ho una mano gonfia a causa dei pugni che gli ho dato sul naso); non hanno mai lasciato la presa anche quando ho cercato di affogarne uno, perché l’ultima parte del massacro è avvenuta in acqua”.

    “Hanno lasciato Duende solo quando hanno capito che ormai stava morendo (è spirato dopo un’ora e mezzo circa) – sottolinea – Come sono apparsi se ne sono andati. Questa è la cronaca dell’incubo”.

    “Tristissimi e con la consapevolezza che anche una semplice passeggiata può trasformarsi in un incubo – riflette – ci ritroviamo con diversi acciacchi, Cecilia un buco in una mano (morso) e diversi lividi; io mano gonfia e vari graffi e dentate qua e là. Vorrei anche fare qualche considerazione: il posto dove passeggiavamo è costeggiato da una fila di orti; quindi da molti pensionati, spesso con nipotini al seguito: per intervenire in modo efficace forse dobbiamo aspettare che uccidano un essere umano?”.

    “Le forze dell’ordine conoscono i proprietari dei cani e sanno cosa combinano – mette in evidenza Paolo – Hanno già ucciso altri cani e gatti. E, anzi, nello stesso giorno oltre al mio cane hanno ucciso anche un gatto, ma evidentemente non possono fare nulla. E i proprietari dei pit, che in tutto sono sei, continuano a far fare questi scempi”.

    “Ultima notazione – tiene a dire – tempo fa è circolata una notizia che pubblicizzava la messa in servizio di un’ambulanza veterinaria. Ieri ne ho chiesto l’invio ma l’ambulanza non si è vista. Per caricare il povero Duende nella mia macchina (per portarlo da un veterinario) sono stato aiutato dalle forze dell’ordine e dai volontari dell’ambulanza che era stata fatta intervenire per noi”.

    “I veterinari ci sono se si ferisce un capriolo (io li ho chiamati in due diverse occasioni) ma non intervengono su un cane (perlomeno stavolta è stato così) – ribadisce – Le forze dell’ordine sono intervenute con tempestività e grande competenza (due pattuglie), professionali i volontari della Misericordia”.

    Torniamo al Galgo ferito: dopo ore e ore di ricerca affannosa Claus è stato ritrovato. Con morsi un po’ dappertutto, ma ancora vivo.

    “E’ ricoverato con molti problemi – spiega Paolo – ha molte ferite da morso (alcune profonde), non mangia ed è molto provato a livello emotivo. I levrieri sono cani che non reagiscono se attaccati, per loro è una cosa fuori dal mondo, le prendono e non capiscono perché, restano inermi e questo ha effetti devastanti sulla psiche. Dovremo affrontare un lungo percorso di guarigione e riabilitazione. Ha subito veramente un brutto colpo”.

    “Ho deciso di raccontare tutto – conclude Rappuoli – per evidenziare cosa ci è successo, al fine di sensibilizzare sul problema del possesso dei cani pericolosi. Pensi che i proprietari dei pitbull in questione non hanno né le capacità di gestione né la struttura adeguata ad ospitarli: gli abitanti della zona quando si rendono conto che i cani sono liberi iniziano un giro di telefonate ad amici e parenti per avvisare del pericolo. E la legge, purtroppo, è molto lacunosa in materia”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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