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venerdì 19 Aprile 2024
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    Castellina: no alla fusione e sì a un’unione di area vasta, con Chianti senese e fiorentino

    Il sindaco Marcello Bonechi interviene nel dibattito sulla riorganizzazione istituzionale: "Non possiamo stravolgere identità antiche"

    CASTELLINA IN CHIANTI – “La fusione dei Comuni ha bisogno di un percorso di sviluppo e condivisione che deve coinvolgere tutto il territorio interessato e l’organizzazione dei servizi rivolti ai cittadini, senza imposizioni unilaterali che possono avere effetti dirompenti sulle identità e sulle comunità locali. Per questo motivo, ritengo che sia prematuro un referendum e che sia, invece, auspicabile promuovere un’Unione dei Comuni a livello di area vasta, per capire se le diverse realtà del Chianti senese e fiorentino possono lavorare veramente insieme. Questo, inoltre, rafforzerebbe l’identità territoriale sulle orme del Chianti Classico, che va ben oltre il Chianti Storico più volte chiamato in causa negli ultimi tempi”.

     

    Con queste parole il sindaco di Castellina in Chianti, Marcello Bonechi interviene nel dibattito sulla riorganizzazione istituzionale che sta animando il Chianti a seguito della normativa regionale in materia.

     

    “Castellina in Chianti – aggiunge Bonechi – ha avviato, da diversi anni, la gestione associata di alcuni servizi e funzioni fondamentali con Radda e Gaiole in Chianti e intendiamo continuare su questa strada attraverso l’Unione dei Comuni, con una crescente razionalizzazione di risorse umane ed economiche e la costituzione di uffici unici. Questa, a mio avviso, è l’unica forma istituzionale che, allo stato attuale, può migliorare la risposta e la qualità dei servizi rivolti ai cittadini in un momento di crescente difficoltà per gli enti locali, chiamati a unire le forze in risposta ai tagli nei trasferimenti statali".

     

    "Al tempo stesso – ricorda il sindaco – non verrebbero stravolte identità territoriali che affondano le loro radici nei secoli passati e nella storia dell’area Chianti. Identità che si identificano con i Comuni, gli enti più vicini ai cittadini, e che portano con sé realtà sociali, economiche e culturali che non possono essere sottovalutate dalla normativa regionale”.

     

    “I Comuni del Chianti senese e fiorentino – continua ancora Bonechi – stanno rafforzando i loro rapporti con azioni sinergiche su più fronti. A confermarlo è la recente sottoscrizione del protocollo sulla promozione territoriale a livello di area, che punta a unire le forze per far conoscere sempre di più nel mondo il Chianti e le sue numerose eccellenze enogastronomiche, storiche, culturali e sociali attraverso un unico brand. Un’iniziativa che va oltre i confini amministrativi e provinciali e segue azioni comuni già messe in campo con il regolamento unico sulla tassa di soggiorno, in vigore dal 2012 con riscontri positivi. E’ in questo contesto che invito a riflettere sulla possibile unione di tutti i Comuni del Chianti senese e fiorentino”.

     

    Identità di area Chianti, oltre il Chianti Storico “Il protocollo – dice ancora Bonechi – è stato firmato da Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Barberino Val d'Elsa, Greve in Chianti, San Casciano e Tavarnelle, con l’auspicio che presto voglia farne parte anche Gaiole in Chianti. Questo atto rappresenta un valore aggiunto e permetterà di razionalizzare le risorse a disposizione di ogni singolo Comune indirizzandole verso un obiettivo comune".

     

    Che Bonechi indica nella "promozione territoriale di tutto il Chianti Classico, area che va oltre il Chianti Storico e abbraccia Comuni uniti fin dal 1716 dal bando granducale promulgato da Cosimo III dei Medici e considerato la prima Denominazione di Origine Controllata della storia, pronta a festeggiare i suoi 300 anni il prossimo 24 settembre. Una comunità di intenti che trova ulteriore conferma nel sostegno alla candidatura Unesco presentata dal Consorzio Chianti Classico per valorizzare la forza, l’omogeneità e la coesione economica, sociale e culturale che caratterizza da sempre questo territorio".

     

    "Il nostro futuro passa da questa realtà – conclude Bonechi – e va ben oltre una fusione di tre Comuni che, per quanto auspicata da qualcuno, avrebbe un impatto molto ridotto di fronte alle istituzioni superiori nello sviluppo e nella promozione di tutta l’area chiantigiana”. 

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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