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sabato 20 Aprile 2024
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    L’INTERVISTA / Duccio Berzi: “I lupi stanno cambiando abitudini. Si studia per ipotizzare gli scenari futuri”

    Tecnico faunistico, componente della "Task Force Lupo" della Regione Toscana, ci spiega la loro presenza, il comportamento, le regole da seguire

    CHIANTI – Lo avevamo incontrato nel dicembre 2020, per parlare della situazione-lupi nel Chianti fiorentino e in Toscana.

    Dopo oltre due anni, e con una percezione della presenza di questi animali molto superiore rispetto ad allora, torniamo a parlarne con il dottor Duccio Berzi.

    Tecnico faunistico, componente della “Task Force Lupo” della Regione Toscana, è senz’altro la persona più adatta per approfondire un tema che merita attenzione e rigore.

    Dottor Berzi, partiamo innanzi tutto da una valutazione oggettiva. Dal nostro osservatorio riceviamo un numero molto maggiore degli anni scorsi di segnalazioni di avvistamenti-incontri con lupi rispetto al passato: sa dirci se in Toscana (e nel Chianti) il numero è costante o è aumentato?

    “In Toscana è stato realizzato un programma di monitoraggio negli anni 2014-2016 che indicava una presenza di circa 110 nuclei riproduttivi di lupi, intesi come numero minimo accertato, corrispondenti a circa 550 animali. Successivamente è stato realizzato dal Ministero, Ispra e Federparchi un programma di monitoraggio nazionale, che ha prodotto una stima di circa 3.300 lupi per tutta l’Italia, ma non è stato fornito un dato scorporato a livello regionale. Dalle segnalazioni che arrivano a Regione Toscana si può sicuramente affermare che la presenza si sta consolidando nelle zone di collina, pianura e intorno a centri urbani, come quelli del Chianti”.

    Si può dire che le modalità di convivenza che abbiamo conosciuto fino ad oggi devono essere quanto meno ri-settate alla luce della situazione che si sta configurando?

    “Finora la conflittualità legata alla presenza del lupo riguardava principalmente il settore zootecnico, mentre attualmente il maggior numero di segnalazioni di disagio che arrivano a Regione Toscana riguardano invece contesti urbani, per problemi di altro tipo. Il “Piano lupo”, che è lo strumento di gestione del Ministero, in attesa di approvazione dal 2015, dovrà quindi considerare questi aspetti, che in futuro saranno sempre più sentiti dalla popolazione”.

    Il comportamento dei lupi nel nostro territorio è sempre lo stesso o si è modificato?

    “Il lupo è una specie opportunista che sfrutta al meglio le risorse a disposizione e che si adatta sia in termini di utilizzo dello spazio che dei propri ritmi di attività, al territorio dove vive. Con il progressivo insediamento di famiglie di lupi in zone antropizzate c’è sicuramente stato un cambio di abitudini, i lupi si sono adattati a utilizzare risorse alimentari diverse e spostarsi in contesti in cui la presenza dell’uomo è più costante e diffusa. Nell’ambito di un progetto che si sta svolgendo in collaborazione con l’Università di Vienna stiamo cercando di misurare questi cambiamenti di abitudini per poter affermare con certezza che il cambiamento è in atto ed ipotizzare gli scenari futuri”.

    La presenza del lupo ha avuto impatto anche su quella degli ungulati? A noi, ad esempio, in molti segnalano la riduzione del numero di caprioli e la creazione, da parte di cinghiali, di branchi più numerosi.

    “I dati a livello regionale sul capriolo sembrano affermare una sensibile riduzione della propria presenza, sul cinghiale il discorso si fa più complicato. I trend di popolazione di queste specie dipendono poi da molti fattori, il lupo, predatore apicale specializzato in ungulati selvatici, ha un ruolo importante, ma tanti altri fattori entrano in gioco, tra cui ad esempio l’attività venatoria, la competizione con altre specie (per il capriolo ad esempio, il cervo), fattori naturali, piuttosto che la trasformazione dell’habitat”.

    Chiariamo una volta per tutte: il lupo è stato “introdotto” da qualcuno nel nostro territorio?

    “No, il lupo è tornato, velocemente, da solo, come molte altre specie”.

    Cosa dobbiamo fare se ci imbattiamo in un lupo/branco di lupi?

    “Non scappare, non cercare di avvicinarli, non provocarli, non mettersi a fare video o foto, ma avere un atteggiamento fermo e deciso per far capire che devono avere paura di noi. Mai offrire loro cibo o farsi vedere amichevoli”.

     Alla luce di quanto detto, quali consigli dare a chi, comprensibilmente, adesso ha qualche timore nel frequentare boschi e campagna?

    “Il rischio di essere attaccati da un lupo è molto prossimo allo zero, i rischi statisticamente rilevanti sono ben altri. E’ comprensibile che qualcuno abbia paura di un predatore, lupo od altro, e in prospettiva è bene che si adottino dei comportamenti corretti per evitare incidenti, ma bisogna fare in modo che non si diffondano paure irrazionali che limitano la nostra vita e le nostre passioni”.

    E a chi ha animali da allevamento (in particolare pecore)?

    “Qui il discorso si fa complesso, perché ogni allevamento ha caratteristiche specifiche e non esiste quindi una panacea valida per tutti i mali. La mitigazione del conflitto passa attraverso l’adozione di pratiche gestionali (sorveglianza, protezione degli animali in un luogo sicuro durante la notte) e di soluzioni strutturali (cani da guardianìa, recinzioni, …). E’ necessario farsi consigliare da chi di dovere per trovare la formula che da un lato minimizzi i rischi, ma anche che non gravi troppo in termini di costi ed impegno sull’allevatore”.

    E cosa consigliare, infine, a chi ha cani e gatti?

    “In passeggiata portare il cane al guinzaglio, a casa, soprattutto la notte tenerlo al sicuro, mai a catena. Non lasciare cibo per cani e gatti a disposizione di altri animali”.

    Si ricorda che la Regione Toscana ha istituito la “Task Force Lupo”, di cui il dottor Berzi fa parte, contattabile anche via Whatsapp per segnalazioni e criticità. Questi i recapiti: 3666817138lupo@regione.toscana.it.

    Per chi invece volesse ulteriormente approfondire, segnaliamo questo convegno sulla presenza dei lupi (e degli ungulati selvatici) nell’area fiorentina, organizzato dal Comune di Fiesole sabato 29 aprile. Nel volantino qui sotto tutti i dettagliu e i relatori.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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