In Italia c’è una legislazione molto stringente in tema di successione, quindi eredità del defunto, con riferimento ai costi che gli eredi designati devono sostenere.
Una norma che ha spesso causato diverse polemiche e prese di posizione diametralmente opposte a livello di partiti politici.
A livello normativo e fiscale, la cosiddetta imposta di successione (che non è una tassa, al contrario di quanto spesso si sente dire) è un’imposta indiretta che deve essere versata all’Agenzia delle Entrate nel caso di eredità; quindi, se si è indicati in un testamento o se si va a ricevere qualcosa al momento della morte di un parente (che siano beni immobili, beni mobili, denaro o diritti reali).
Queste cifre da versare sotto forma di imposta sono calcolate dalla stessa Agenzia delle Entrate in base alla dichiarazione di successione che si è obbligati a presentare: le aliquote sono differenti e possono essere consultate direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate a questo link.
Gli step per l’atto di successione
Il tema della successione è piuttosto complesso, a meno di indicazioni chiare e di situazioni non troppo intricate; è necessaria la figura di un professionista, un notaio solitamente, che vada ad aprire il testamento, che si occupi di redazione e ricezioni di testamenti pubblici e del deposito di schede olografe, come riporta il sito del notaio Tassitani a Padova.
La legge prevede che un soggetto possa ricevere eredità anche in mancanza di un testamento apposito: più per la precisione, la successione può essere di due distinte tipologie:
1. Successione testamentaria. Quando è presente un regolare testamento a regolamentare il tutto;
2. Successione legittima. In mancanza di un testato è la legge a regolamentare la questione andando a indicare i legittimari, quindi i soggetti che hanno diritto a ricevere parte dell’eredità.
In entrambi i casi si registra l’evento della successione, con tutte le tempistiche del caso e i relativi costi legati alle imposte.
Quando gli eredi, che siano per via testamentaria o legittima, entrano in possesso dei beni, devono sottoscrivere la dichiarazione di successione che sarà poi presentata all’Agenzia delle Entrate (anche per via telematica).
Il tutto pagando la relativa imposta dovuta sulla base dei calcoli della stessa Agenzia.
Una volta che si avrà l’importo esatto da versare, l’erede avrà a disposizione 60 giorni per pagare il dovuto tramite F24.
Nel caso in cui la dichiarazione e la relativa imposta risultino discostanti dall’effettivo importo dovuto, si rischia una multa che va dal 100% al 200% della differenza di imposta tra quella effettivamente dovuta e quella dichiarata.
@RIPRODUZIONE RISERVATA