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venerdì 19 Aprile 2024
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    Covid-19, obbligo di medico in Toscana per trasferirsi nelle seconde case

    Con la chiusure delle regioni, previsto afflusso massiccio nelle seconde case nella nostra regione: il presidente Eugenio Giani ha firmato una ordinanza specifica

    FIRENZE – Ci si può spostare nelle seconde case nella nostra regione, ma lo potranno fare solo coloro che in Toscana hanno comunque il proprio medico di famiglia o pediatra. A tutti gli altri non sarĂ  consentito.

    Il presidente della Regione Eugenio Giani ha firmato oggi, venerdì 6 novembre, un’ordinanza che riduce la mobilitĂ  interregionale, così come era giĂ  successo lo scorsa primavera nel pieno dell’emergenza da Coronavirus. 

    L’obiettivo è sempre lo stesso: contenere l’emergenza epidemiologica e ridurre i rischi di contagio da Covid-19 e di sovraccarico del sistema sanitario, prevenendo le “fughe” dalle zone rosse o arancioni.

    E non ripetere quello che accadde in marzo nella zona nord ovest della regione, che dopo l’inizio del lockdown e l’esodo dalle regioni del nord, subì un’impennata di contagi.

    In più territori della Toscana, soprattutto al mare, tante famiglie del nord Italia hanno la seconda casa e c’è chi ha deciso dalla scorsa estate di trattenervisi, lavorando da remoto, oppure vi si è trasferito nei giorni scorsi o sta meditando di farlo.

    Il decreto del presidente del consiglio dei ministri dello scorso  3 novembre permette il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza e dunque, con una lettura estensiva, anche nelle case delle vacanze: pure da zone rosse e arancioni.

    Per venire in Toscana occorrerà però avere qui un medico o pediatra, come già era stato imposto a maggio. Pena una sanzione.

    Sono in ogni caso consentiti rientri motivati da “comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute o di studio”, come ad esempio per gli studenti universitari fuori sede. 

    “Vogliamo regolare gli accessi alle seconde case – spiega il presidente Giani – per frenare il trasferimento dalle zone rosse nella nostra regione”.

    “Consentire in un momento di emergenza sanitaria di farlo solo a chi ha qui il medico o il pediatra – afferma – è un’esigenza naturale”.

    “Occorre responsabilità – conclude Giani – e rispetto autentico dello spirito delle norme fissate dal Dpcm”.  

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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