TOSCANA – “Perdiamo un uomo che molto ha dato alla nostra Toscana con la sua passione civile e il suo costante impegno, grazie al quale sono stati raggiunti risultati quali il riconoscimento della Dop al Pane Toscano, emblema del valore dell’agricoltura e della tradizione alimentare della nostra regione”.
In questo modo il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, a nome anche della giunta, esprime il suo cordoglio per la prematura scomparsa – il giorno di Natale all’ospedale di Livorno – di Roberto Pardini, figura storica del sindacalismo e della Cna, nonché direttore del Consorzio Pane Toscano Dop.
“Lo ricordo in particolare proprio per il suo impegno nel riconoscimento comunitario della Dop – sottolinea il presidente – una battaglia di molti anni che grazie al gioco di squadra di tutti i soggetti interessati ha conseguito l’unica denominazione a livello regionale in Europa per questa tipologia di prodotto”.
Il presidente esprime la sua vicinanza ai familiari, al presidente del consorzio Pane Toscano Dop e a tutti gli operatori della filiera, agricoltori, molitori e panificatori.
“Babbo Roberto – scrive il figlio Daniele in un messaggio postato sui social – ci ha lasciato: dopo 17 giorni di intensiva aveva 72 anni nessuna malattia pregressa era forte come un leone, ma questo virus infame non ci ha permesso nemmeno di abbracciarlo di dirgli addio”.
“Babbo – prosegue – è stato un faro per tante persone, era un uomo che non ha mai lasciato un giorno il timone del fare, del costruire del lavoro. Come giovane sindacalista per anni ha seguito per la Toscana ogni vertenza con Roma portando le due Siemens che ancora danno lavoro. Come dirigente di CNA vent’anni ha contributo in ogni campo dell’artigianato”.
“Mi è stato maestro in ogni impresa che abbiamo affrontato – aggiunge – col suo peso specifico di babbo, fino alla creazione di un sogno partito più di 15 anni fa; creare il Pane Toscano DOP. Siamo sempre stati cane e gatto, diversi in molte cose uguali in tante altre gli abbracci erano pochi perché i caratteri erano la nostra maschera. Ma lui era lì, un uomo un faro che mi ha dato tanto e tutto. Voce compresa”.
“Abbiamo lavorato fianco a fianco – sono ancora parole del figlio – creato tanto ritrovando armonie sconosciute nel passato, diventando io più uomo e lui ancora più babbo. Il tuo progetto lo difenderò e lo porterò avanti con i denti come avresti voluto tu e come vorrebbero tutti gli uomini e le donne che ti hanno voluto bene”.
“La tua anima vivrà con me ogni istante – conclude – nel lavoro nostro e nella musica che faccio, con cui ti ho dato l’ultimo sorriso grande e ti ho sorpreso. Addio babbo possa il mondo avere un altro faro di luce come te”.