FIRENZE – L’analisi sui quattro mesi di epidemia da Covid-19 di Ars (Agenzia regionale sanità) è firmata da Fabio Voller, Simone Bartolacci, Francesco Profili.
Ed è una analisi che ci permette di fare il punto della situazione in questa prima metà di luglio.
“Nell’ultimo mese – inizia lo studio – l’epidemia di Covid in Toscana, come quasi in tutta Italia, sembra avere finalmente trovato il suo punto di arresto: sono stati notificati 158 nuovi casi complessivamente, per una media di poco più di 5 giornalieri, a fronte di una capacità di intercettare i casi da parte dei nostri servizi in media di circa 3.000 tamponi al giorno, capacità che quindi non è mutata pur nella diminuzione della diffusione dell’epidemia”.“Le guarigioni – si rimarca – sono ormai arrivate all’86% dell’intera casistica, gli attualmente positivi (casi totali da cui sono sottratti i deceduti e i guariti) sono lo 0,3% della casistica totale”.
“La media dei casi – prosegue l’analisi – era fino alla fine di giugno di poco più di 4, ma si sono evidenziati a luglio cluster (concentrazioni) di casi, spesso in comunità di cittadini non di nazionalità italiana, dovuti per lo più a fenomeni di rientro dall’estero o a condizioni di sovraffollamento domiciliare. I cluster sono stati identificati efficacemente dai servizi territoriali, seppur con una certa difficoltà dovuta ad un sistema di controllo dei soggetti atterrati agli aeroporti, che deve ancora trovare a livello statale (a cui è attribuita la responsabilità del controllo sanitario) una modalità omogenea di segnalazione dell’obbligatorietà della quarantena”.
“La percentuale di cittadini non di nazionalità italiana sulle nuove positività – si sottolinea – è arrivata nell’ultima settimana all’80% delle nuove diagnosi riscontrate, di questi i casi collegati a cittadini rientrati dell’estero sono di nuovo l’80%. Questo ovviamente ha avuto un immediato riflesso anche sulla composizione per classe ed età della casistica: la percentuale di nuove diagnosi del genere maschile si è di nuovo assestata sulla metà della casistica, dopo che per mesi era stato il genere femminile a sostenere numericamente la maggioranza dei casi, mentre l’età media declina in modo molto pronunciato assestandosi a 35 anni nelle ultime due settimane, quando era sempre stata intorno ai 55-60 anni per entrambi i generi”.
“Questo ovviamente – prosegue l’analisi di Ars – è l’effetto di due fenomeni combinati: innanzitutto la popolazione straniera residente nel nostro territorio è mediamente molto più giovane rispetto alla popolazione toscana, e la politica di campionamento dei casi ha virato fortemente verso soggetti che sono in condizioni cliniche lievi o del tutto asintomatiche soprattutto grazie all’intercettazione di coloro che si rivolgono alle cure del pronto soccorso o dell’ospedale per motivi del tutto non riconducibili a questioni legate all’infezione (accessi spesso legati a cause traumatologiche)”.
“Come è possibile osservare dalla figura qui sotto – si precisa – la percentuale dei casi diagnosticati perché il paziente aveva denunciato o mostrato dei sintomi legati all’infezione, è drasticamente calata nel corso dell’ultimo mese, passando da quasi l’80% dei casi di inizio epidemia, a poco più del 10% nelle ultime due settimane; parallelamente si sono innalzate fortemente le percentuali dei casi emersi tramite attività di contact tracing, buon indicatore dell’efficienza nei nostri servizi territoriali, e quelle di screening dovute alla conferma o di test sierologici o di presentazione ai servizi ospedalieri per altro motivo”.
Di conseugenza, “gli stati clinici delle nuove diagnosi sono virati nettamente verso gli stati asintomatici e pauci sintomatici, nelle ultime due settimane sono arrivati ad essere quasi il 90% di tutta la nuova casistica”.
Capitolo luoghi di esposizione del contagio: “Sono oramai quasi tutti legati agli ambiti familiari o di comunità strette, come quelle che caratterizzano le comunità straniere presenti sul nostro territorio che hanno modalità di interazione sociale molto simili a quelle familiari; non emergono più casi dagli ambiti che erano stati colpiti dall’epidemia durante la sua diffusione massima, come ospedali e Rsa, dove la campagna di test e di tamponi sta proseguendo”.
“Legate agli stati clinici – si dice ancora – sono ovviamente le considerazioni su quei pochi casi che ancora vanno incontro alle conseguenze più gravi derivanti dall’infezione di Sars-COV-2: negli ultimi giorni i ricoveri si sono ridotti a 13 totali (2 di questi in terapia intensiva). La percentuale di primi ricoveri si è fortemente abbassata nel corso del tempo: come è possibile vedere dalla figura qui sotto erano 1635 i soggetti ammessi per la prima volta ai reparti Covid degli ospedali toscani a cavallo tra l’ultima settimana di marzo e la prima di aprile, mentre sono stati solo 8 nelle prime due settimane di luglio (lo 0,5% quindi, considerando quel picco)”.
Poi si valutano i decessi: “Sempre negli ultimi 30 giorni, si sono fortemente ridotti fino ad arrivare ad una media di poco più di 1 al giorno ed in 10 giorni dello stesso periodo non è stato registrato alcun decesso”.
Se guardiamo invece alle caratteristiche dei deceduti “non sono cambiate nel corso dell’epidemia: è il genere femminile quello maggiormente colpito, ed i dati mostrano un incremento dei decessi con l’aumentare dell’età: quasi il 90% dei decessi ha riguardato la popolazione ≥ 70 anni, spesso con patologie croniche concomitanti; sono solo, fortunatamente 10 le persone decedute di età < 50 anni, per 7 è segnalata la presenza di almeno due patologie croniche. Inoltre, le donne decedute per Covid-19 hanno un’età al decesso più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 87 – uomini 81)”.
“La capacità di effettuare screening anche attraverso la campagna di test sierologici offerta gratuitamente da Regione Toscana – si mette in luce – ed il buon utilizzo delle cure da parte dei nostri servizi territoriali ed ospedalieri ha permesso di mantenere un tasso di mortalità contenuto nella nostra Regione rispetto alla media italiana, e vede la Toscana al decimo posto per tasso di mortalità, ma ultima rispetto a tutte le regioni che hanno avuto un livello alto e medio di diffusione del virus sui propri territori”.
“L’epidemia sembra quindi completamente sotto il controllo dei servizi territoriali ed ospedalieri toscani – è la conclusione – anche quando emergono focolai, come quelli che hanno caratterizzato le ultime due settimane di luglio. E una più efficace strategia di controllo degli arrivi dall’estero presso gli aeroporti nazionali potrebbe contribuire ad avvicinare la soglia psicologica del “contagio zero” anche nella nostra regione”.
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