FIRENZE – I dati, in una pandemia come quella causata dall’infenzione da Sars-COV-2, sono una delle bussole (se non la bussola) principali con le quali orientarsi. E, soprattutto, orientare le decisioni.
Il dato da tenere più sotto l’occhio vigile, peraltro il più oggettivo di quelli in gioco, è quello dei ricoverati nei reparti Covid degli ospedali.
Letti ordinari, malattie infettive, sub intensive e terapie intensive: è qui che si deve cercare di non saturare, di non arrivare oltre limiti già toccati nei mesi scorsi.
Che vogliono dire impossibilità di curare al meglio le persone per la patologia da Covid-19. E fortissime limitazioni a cure, screening, prevenzione, in merito a tutte le altre malattie.
Cosa è avvenuto in Toscana durante questa seconda ondata? E’ accaduto che si è arrivati a un picco ben oltre i duemila in novembre.
Da qui è iniziata la discesa, e la zona arancione e rossa, molto contestate dai cittadini toscani (e dallo stesso presidente della Regione Eugenio Giani), hanno dato la spinta a una forte riduzione.
Lo vedete nel grafico, che abbiamo elaborato sulla base dei dati forniti dalla Regione Toscana nell’ultimo mese, dal 2 dicembre 2020 al 2 gennaio 2021.
Siamo partiti dai 1.785 ricoverati di inizio dicembre (pazienti ordinari, sub intensive e intensive), ai 964 comunicati oggi. In pratica quasi la metà.
La linea che vedete è molto chiara, e indica un calo costante fino a Natale-Santo Stefano.
Il 26 dicembre si è scesi per la prima volta sotto i mille ricoverati (991). Poi però si nota uno stallo, che arriva fino ad oggi.
In pratica negli ultimi 8 giorni, a differenza di quanto accaduto nelle settimane precedenti, i pazienti-Covid negli ospedali toscani sono rimasti costanti.
# Covid-19, situazione di stallo in Toscana: ospedalizzati stabili attorno a quota 1.000
Con puntate sopra i mille (27, 28, 29, 30 dicembre) e, a seguire, una attestazione sopra i 950 casi che sembra il punto attuale di equilibrio.
Un paio almeno le riflessioni che suggeriscono questi dati: sarà fondamentale vedere come si muoverà la linea dei ricoverati nei prossimi giorni, per capire la direzione verso la quale ci si sta dirigendo.
Anche perché da questo punto di vista (quello dei posti per ricoverare le persone) la Regione si sta muovendo con decisione, aprendo (solo nelle ultime settimane) letti Covid a Prato (Centro Pegaso e ospedale Santo Stefano) e Lucca.
Insomma, serrando le fila in vista del futuro. E di quella che è la seconda riflessione. Ovvero su quello che accadrà nei prossimi mesi.
Poiché se l’epidemia ripartirà alla velocità di ottobre-novembre, non lo farà con poche decine di letti occupati come avvenuto nei mesi scorsi, ma con quasi mille.
Con la vaccinazione che non porterà i suoi primi effetti benefici, dicono gli esperti, prima di febbraio-marzo.
E non è un dettaglio di poco conto.
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