FIRENZE – La Fp Cgil, ovvero quella parte del sindacato che si occupa di funzione pubblica, compreso il comparto sanitario, lancia un appello alla vaccinazione.
Lo fa nei giorni in cui stanno partendo le lettere di sospensione dal servizio per quei sanitari che, ancora oggi, non risultano vaccinati.
Mentre il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, promette pugno durissimo. E non solo nel comparto sanitario.
“Lo diciamo con chiarezza alle lavoratrici e ai lavoratori – dicono – vaccinarsi contro il Covid è un obbligo di Legge per i sanitari ed un dovere civico per tutti. Per questo chiediamo a tutti di agire con responsabilità e vaccinarsi”.
“La vaccinazione di massa – proseguono – è, come ci dicono gli scienziati, lo strumento più efficace per combattere il virus”.
“E’ necessario inoltre – riprendono – che si rispettino con rigore i protocolli per la sicurezza sul lavoro sottoscritti già dal marzo 2020”.
“In questo senso – rilanciano – richiamiamo alla medesima responsabilità le nostre controparti pubbliche e private: i luoghi di lavoro devono essere sicuri, sempre”.
“La pandemia non è finita – incalzano dalla Fp Cgil – ed è folle immaginare di ridurre le risorse a disposizione della sanità pubblica”.
“Per questo – annunciano – chiediamo al Governo di rifinanziare il Sistema Sanitario Nazionale almeno ai livelli del 2020 anche sui capitoli che consentano l’assunzione del personale per mantenere i servizi”.
“Allo stesso tempo – ammoniscono – bisogna dar seguito alle belle parole spese per i lavoratori della sanità. Si è aperta la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, va chiusa rapidamente per riconoscere la professionalità ed avere paghe più dignitose”.
“Alla Regione Toscana – dicono ancora – che lo scorso anno ha assunto molti lavoratori a tempo indeterminato nel Sistema Sanitario Regionale, chiediamo di assumere anche per sostituire i lavoratori sospesi e coprire almeno il turnover 2021”.
“Il conto della pandemia non lo può pagare il personale in servizio – concludono – con maggiori e insostenibili carichi di lavoro, né possono pagarlo i cittadini con la chiusura o la contrazione dei servizi di un sistema sanitario che deve garantirli comunque”.
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