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venerdì 19 Aprile 2024
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    Simone Bezzini: “Giuste le zone rosse, per non rivedere un film che purtroppo abbiamo già visto”

    L'assessore alla sanità della Regione Toscana: "Attendere oltre senza prendere subito misure di contenimento del contagio avrebbe comportato il rischio di confrontarsi con effetti ben più pesanti"

    FIRENZE – “Da settimane stiamo monitorando costantemente, con grandissima attenzione, la situazione relativa alla ripresa del contagio in Toscana. Nelle ultime cinque la curva epidemiologica è tornata progressivamente a crescere e le intense attività di sequenziamento hanno evidenziato la presenza di varianti nella nostra regione”.

    E’ l’assessore alla sanità della Regione Toscana, Simone Bezzini, all’indomani dell’annuncio del presidente Eugenio Giani delle zone rosse per le province di Siena e Pistoia, a fare in punto della situazione.

    # La decisione di Giani: “Zone rosse da sabato nella provincia di Pistoia e in quella di Siena”

    “Ciò – riprende a proposito delle varianti del virus – è anche legato al fatto che confiniamo con l’Umbria, che presenta una situazione molto critica, con una concentrazione particolarmente elevata di varianti. Se già si stava valutando l’opportunità di interventi mirati, quando ieri mattina abbiamo visto il numero di contagi, 1.374, con un incremento di circa 500 casi rispetto al giorno prima, ci siamo detti che era il momento di agire in modo risoluto”.

    “Un film già visto – riprende Bezzini – che nessuno ha voglia di rivivere. Ci siamo confrontati con i tecnici del dipartimento sanità, con le aziende sanitarie, con l’Agenzia regionale di sanità e tutte le strutture preposte. Il presidente Giani ha quindi maturato la giusta idea che fosse necessario agire subito, in chiave preventiva, introducendo alcune restrizioni almeno nelle aree che presentano indicatori di rischio più problematici”.

    “Tra queste – spiega Bezzini – sicuramente la provincia di Pistoia, per l’elevato numero di casi, e quella di Siena, con un numero di casi positivi leggermente più basso, seppur elevato, ma dove è stata registrata la maggior presenza di varianti nella nostra regione. Il presidente ha giustamente attivato un confronto con i sindaci delle province di Pistoia e Siena, i quali hanno mostrato grande consapevolezza e responsabilità e condiviso la necessità di intervenire in modo rapido e risoluto”.

    “Ha quindi firmato l’ordinanza – ricostruisce l’assessore alla sanità – che istituisce le zone rosse provinciali nelle province di Pistoia e Siena, da sabato 27 febbraio fino a domenica 7 marzo. C’è stato anche un confronto con i sindaci dell’Empolese Valdelsa: in questo caso la decisione è stata quella di continuare a monitorare attentamente la situazione e valutare nei prossimi giorni eventuali misure restrittive”.

    “La decisione assunta dal presidente – ammette Bezzini – non è stata né semplice, né indolore. Sicuramente non è stata presa a cuor leggero. Se infatti la priorità deve sempre essere la tutela della salute, individuale e collettiva, dall’altro ci sono persone e intere famiglie in fortissima difficoltà, una comunità intera alle prese con una crisi economica e sociale di dimensioni drammatiche, la più feroce dal dopoguerra”.

    “Ringrazio il presidente – aggiunge – per questa scelta difficile ma coraggiosa e giusta, nei tempi, nel merito e nel metodo. Attendere oltre senza prendere subito misure di contenimento del contagio avrebbe comportato il rischio di confrontarsi con effetti ben più pesanti nell’arco di qualche settimana. Lo scopo è prevenire: conosciamo il comportamento del virus e sappiamo che serve giocare d’anticipo, per quanto si può, per evitare conseguenze ben peggiori”.

    “Nel frattempo – prosegue – il nostro impegno prosegue su tutti i fronti della lotta al Covid, l’intero sistema sanitario toscano è al lavoro senza sosta, da un anno, per fronteggiare la pandemia. La campagna di vaccinazione prosegue a pieno ritmo, siamo da più di una settimana la regione con la maggior capacità vaccinale dopo Valle d’Aosta e P. A. di Bolzano. Oltre 12 punti percentuali sopra la media nazionale, per un tasso di vaccinazioni effettuate di 7.377 per 100mila abitanti (media italiana: 6.348 per 100mila)”.

    “Contro il virus – esorta – non stiamo giocando una partita solo difensiva, la macchina della vaccinazione viaggia veloce e potrebbe accelerare ancora di più se solo ci fossero più vaccini a diposizione. L’ultimo taglio di AstraZeneca è stata l’ennesima doccia fredda, anche perché siamo la regione che ne ha fatto il maggior uso. In Toscana le uniche dosi che restano in frigorifero sono una ponderata scorta di sicurezza per i richiami, per il resto nessuna dose viene ritardata o sprecata”.

    “Nel frattempo – ammonisce – il virus non concede tregua e si mostra sempre più aggressivo, per questo si rendono necessarie misure restrittive. L’uscita dall’emergenza sanitaria è una condizione necessaria per la ripresa di una vita che sappia di “normalità”. Oggi è probabile che complessivamente la Toscana venga confermata in fascia arancione da domenica, fatta eccezione per le due zone rosse provinciali di Siena e Pistoia”.

    “Ora più che mai – conclude – è fondamentale il rispetto delle regole basilari di comportamento: mascherina, distanziamento, igiene delle mani e areazione dei locali. Dal rispetto di queste buone pratiche passa una fetta importante del nostro futuro. Ciò che serve adesso è un sussulto di responsabilità, individuale e collettiva. Nessuno può sottovalutare il rischio che abbiamo di fronte. Dobbiamo mantenere bassa la curva del contagio, anche per non compromettere la campagna di vaccinazione. Una risalita dei contagi, infatti, interferirebbe negativamente. Uniamo le forze e non abbassiamo la guardia”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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