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venerdì 19 Aprile 2024
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    Meningite, appello dei sanitari: “Vaccinatevi per ridurre la circolazione del batterio”

    Rivolto dai sanitari dell'area Toscana Centro a chi risiede nelle province di Firenze, Prato e Pistoia. Copertura al 50%

    TOSCANA – A fronte del perdurare del calo della richiesta di prenotazioni per effettuare la vaccinazione contro il meningococco di tipo C, tutti gli operatori della sanità pubblica della Auls Toscana Centro richiamano i cittadini con un appello: “Vaccinatevi perché solo così si potrà ridurre la circolazione del batterio”.

     

    L’invito è rivolto soprattutto a coloro che risiedono nei territori di Firenze, Prato e Pistoia. I livelli di copertura vaccinale raggiunti finora grazie alla campagna straordinaria di vaccinazione nelle fasce di età più importanti per la trasmissione (adolescenti e giovani adulti) "sono insoddisfacenti – dicono – e certamente al di sotto dei livelli necessari per ottenere la riduzione della circolazione del batterio e quindi ridurre i portatori".

     

    Per i sanitari "è necessario dunque impegnarsi, ed è un dovere civico, aumentare le coperture che devono arrivare vicino al 90%. Alla fine del 2015 la copertura a livello regionale era poco più del 50% In particolare l’età cruciale per raggiungere coperture efficaci è quella degli adolescenti tra 11 e 20 anni”.

     

    “Per spegnere la recrudescenza di meningite registrata nell’ultimo anno – spiegano i sanitari – è fondamentale che i genitori degli adolescenti comprendano il valore della protezione in questa fascia di età e accettino la vaccinazione più di quanto hanno fatto finora”.

    Aumentare la vaccinazione contro la meningite di tipo C nella fascia di età 11-20 anni per contrastare l’aumento di casi registrati in Toscana è quindi l’appello che la sanità Pubblica vuole far arrivare ai giovani.

     

    Nelle prossime settimane saranno promosse e organizzate iniziative finalizzate a far aderire i giovani e gli adolescenti alla campagna vaccinale.

     

    I sanitari aggiungono che "è stato fatto e continua tutt’ora un grandissimo lavoro di carattere organizzativo con un numero cospicuo di sedi vaccinali aperte in tutta la Ausl Toscana Centro, con assistenti sanitari e medici del territorio e dell’ospedale, oltre alla collaborazione di medici e pediatri di famiglia, impegnati per rispondere in tempi rapidi alle richieste di vaccinazioni, ma la spinta alla vaccinazione sembra data più dal timore che dalla consapevolezza dell’importanza di vaccinarsi soprattutto se si è giovani".

     

    "Vaccinarsi – rilanciano – è importante per salvaguardare la propria salute e quella degli altri: l’impatto del vaccino è infatti sia diretto con la protezione individuale dalla malattia sia indiretto con la riduzione dei portatori asintomatici e quindi con la riduzione generale della circolazione del batterio con conseguente protezione anche delle fasce di età non vaccinate".

     

    "L’attuale organizzazione della Ausl – ricordano – è in grado di offrire migliaia prestazioni a settimana e centinaia di appuntamenti ogni giorno. Per facilitare la prenotazione il sistema di prenotazione a Cup è stato esteso da Firenze anche ai territori di Prato e Pistoia".

     

    Poi ricordano il caso-Inglese: "L’esperienza più nota è certamente quella che si verificò alla fine degli anni ’90 nel Regno Unito. L’incidenza di meningite meningococcica passò in pochi anni da 2,8 a 5,3 casi per 100.000 abitanti. La maggior parte dei casi era dovuta ad un ceppo particolarmente virulento appartenente al sierogruppo C. In quegli anni si era appena reso disponibile un vaccino contro il meningococco C che fu subito utilizzato per un programma di vaccinazione di massa che iniziò nell’autunno 1999. La vaccinazione avrebbe coinvolto tutta la popolazione di Inghilterra e Galles fra 4 mesi e 17 anni di età: in tutto 12 milioni di bambini ed adolescenti!".

     

    "La campagna – spiegano – iniziò con la vaccinazione di adolescenti fra i 15 e 17 anni (la fascia di età all’epoca più colpita) e poi via via interessò il resto della popolazione bersaglio. Completata la vaccinazione fino ai 17 anni, il vaccino fu offerto – a partire dal gennaio 2002 – a tutti i giovani fino a 25 anni. L’impatto di questa campagna straordinaria di vaccinazione ha fatto storia Almeno l’85% dei ragazzi fra i 5 e i 17 anni furono velocemente vaccinati e la copertura vaccinale di routine nei nuovi nati raggiunse presto livelli del 90%".

     

    "L’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia – concludono – fu stimata fra l’83% e il 100% nei diversi gruppi di età. Ma l’evidenza più importante raccolta all’epoca fu la capacità del vaccino di prevenire lo stato di portatore, stimata intorno al 75%".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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