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venerdì 29 Marzo 2024
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    Coldiretti Toscana: “300mila cinghiali assediano città e campagne. +15% con lockdown”

    "I branchi si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle"

    FIRENZE – “Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano i cinghiali che hanno invaso città e campagne in Toscana con un aumento del 15%”.

    E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti Toscana in occasione della protesta di agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza Duomo a Firenze nella mattinata di oggi, giovedì 8 luglio.

    “I branchi – sottolinea la Coldiretti regionale – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone”. 

    “Dopo il lockdown causato dall’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di oltre 300 mila esemplari – prosegue la Coldiretti regionale – con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute”.

    “C’è chi si è ritrovato un cinghiale in piscina, chi li ha incrociati in mare e anche chi – evidenzia la Coldiretti – li ha fotografati mentre si godono la siesta su un materasso abbandonato accanto ai bidoni della spazzatura”.

    La giunta della Regione Toscana ha già deliberato, in linea con le legittime istanze degli agricoltori rappresentate in maniera pressante in tutte le sedi da Coldiretti Toscana, dando la possibilità agli agricoltori – in applicazione dell’articolo 37 della norma regionale – di intervenire direttamente, con il coordinamento della polizia provinciale.

    “Un atto importante e unico che, però, necessita di atti procedurali utili – aggiunge Coldiretti Toscana – alla efficacia effettiva del provvedimento regionale, anche attraverso un confronto serrato con le Polizie provinciali.   

    “Oltre ai rilevanti danni alle colture – insiste Coldiretti Toscana – è ingente l’impatto negativo  sulla biodiversità e sull’ambiente in generale, parallelamente al ripetersi degli incidenti stradali dovuti ad animali, in molti casi drammatici o mortali”.  

    “La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 20  milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea ancora Coldiretti Toscana – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale”.

    “Senza dimenticare – si rimarca – il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali”.

    “L’azione dunque secondo il Piano – continua la Coldiretti – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.

    La Coldiretti Toscana chiede che le Regione, che ha già autorizzato l’intervento diretto degli agricoltori con il coordinamento della Polizia provinciale, faccia pressing in Conferenza Stato Regioni, per queste azioni. 

    • una necessaria modifica della norma statale volta a semplificare e rafforzare gli interventi di controllo e contenimento della specie;  

    • un impegno da adottare a livello regionale per regolamentare l’attività di prelievo venatorio; 

    • gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; 

    • il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio;

    • che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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