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venerdì 13 Dicembre 2024
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    Confagricoltura Toscana: “Agriturismi, per la prima volta gli ospiti stranieri superano quelli italiani”

    I dati illustrati dal dg di Ismea Marchi durante il convegno "Agriturist racconta l'agriturismo italiano: passato, presente e futuro"

    FIRENZE – “Gli agriturismi italiani rappresentano una risorsa strategica per il settore agricolo e turistico, offrendo multifunzionalità, sostenibilità e una risposta concreta ai problemi dello spopolamento delle aree interne”.

    È quanto emerso dall’intervento di Sergio Marchi, direttore generale dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea) durante il convegno “Agriturist racconta l’agriturismo italiano: passato, presente e futuro”, organizzato da Agriturist alla Fattoria di Maiano, a Fiesole.

    “Nel 2022 – ha detto Marchi – le aziende agrituristiche autorizzate in Italia erano 25.849, un aumento del 23,7% rispetto al 2013. Queste strutture rappresentano il 2,3% del totale delle aziende agricole italiane e generano un valore complessivo di quasi 1,9 miliardi di euro, pari al 2,6% del prodotto agricolo nazionale. I numeri confermano come gli agriturismi siano una risorsa fondamentale per il sistema agricolo e turistico del nostro Paese”.

    Secondo i dati Ismea, tutte le tipologie di servizi agrituristici sono cresciute nell’ultimo decennio: l’alloggio e la ristorazione segnano entrambi un aumento del +23%, mentre le degustazioni hanno registrato un impressionante +75%.

    “Questa diversificazione dei servizi non solo contribuisce a incrementare i ricavi – ha spiegato il dg di Ismea – ma amplia anche le opportunità per offrire esperienze uniche e autentiche ai turisti”.

    La capacità ricettiva del comparto è in costante espansione. “Gli agriturismi italiani oggi offrono 535.000 posti a sedere (+32% rispetto al 2013), 297.000 posti letto (+32%) e 14.500 piazzole di sosta (+77%). Questa crescita non è solo numerica – ha detto Marchi – ma testimonia l’importanza del settore nel fornire un’alternativa valida sia per contrastare l’overtourism nelle città d’arte sia per rivitalizzare le aree rurali”.

    La presenza degli agriturismi è diffusa in modo capillare su tutto il territorio nazionale: “Il 63% dei comuni italiani ospita almeno un agriturismo, percentuale che sale all’85% nelle regioni del Centro Italia, come la Toscana, e al 98% in alcune province – ha sottolineato Marchi -. Il 31% delle strutture si trova in aree montane e il 53% in aree collinari, dimostrando come gli agriturismi siano veri e propri presidi del territorio, capaci di mantenere vivo il tessuto socioeconomico e culturale anche nei luoghi più marginalizzati”.

    Anche la domanda agrituristica è in aumento, con numeri che superano ampiamente quelli pre pandemia.

    “Nel 2023 gli arrivi totali sono cresciuti dell’11% rispetto al 2022, con un incremento del 18% per i turisti stranieri e del 5% per quelli italiani. Per la prima volta – ha spiegato il dg di Ismea – gli ospiti stranieri hanno superato gli italiani, raggiungendo quota 2,3 milioni. I pernottamenti complessivi, invece, sono aumentati del 7%, con un dato particolarmente significativo per gli stranieri (+11% rispetto al 2022)”.

    “Gli agriturismi italiani – ha concluso Marchi – sono un modello di eccellenza. Non solo rappresentano un’importante fonte di reddito per le aziende agricole, ma contribuiscono a preservare il paesaggio, a mantenere vive le tradizioni locali e a offrire esperienze uniche ai turisti. Inoltre, grazie alla crescente adozione di pratiche sostenibili, come l’uso di energie rinnovabili e il riciclo dei materiali, sono un esempio virtuoso di come il turismo possa integrarsi con la tutela dell’ambiente e lo sviluppo del territorio”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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