TOSCANA – Cgil, Cisl, Uil, Sunia, Sinet, Uniat e Unione Inquilini della Toscana comunicano un’approfondita relazione con tutti i dati relativi alla situazione abitativa nella nostra regione.
“L’esecuzione indiscriminata di questa grande mole di sfratti – comunicano le sigle sindacali – sarebbe un dramma per migliaia di cittadini ed un colpo durissimo per la coesione sociale. Per questo chiediamo a tutte le forze politiche e istituzionali di intervenire per consentire il passaggio “da casa a casa” delle famiglie in difficoltà economica”.
“Nonostante la gravissima carenza di case popolari ed un mercato dell’affitto privato in cui i canoni di locazione sono ormai incompatibili con i redditi di una parte consistente dell’inquilinato – dichiarano i sindacati – nessun provvedimento per garantire il passaggio “da casa a casa” delle famiglie indigenti è all’ordine del giorno del Governo e del Parlamento”.
“Nonostante il contesto generale caratterizzato dal progressivo impoverimento dei lavoratori, dalla difficoltà delle periferie dei maggiori centri urbani e da una pandemia non ancora definitivamente risolta – proseguono – l’esecuzione indiscriminata di questa grande mole di sfratti sarebbe un dramma per migliaia di cittadini ed un colpo durissimo per la coesione sociale”.
“Non si tratta – dicono – di una narrazione di parte: anche l’Istat ha appena comunicato che vi sono circa 866.000 famiglie povere in affitto che corrispondono ad oltre il 43% di tutte le famiglie povere a fronte di una quota di famiglie in affitto rispetto al totale dei residenti che è soltanto del 18%”.
“In Toscana si stima che siano 80.000 le famiglie in emergenza abitativa – dichiarano i sindacati – e di queste il 30% rischia di avere un’esecuzione con forza pubblica entro la fine del 2021. Per questo chiediamo a tutte le forze politiche e istituzionali di intervenire per consentire ‘il passaggio da casa a casa delle famiglie in difficoltà economica”.
“L’auspicio – proseguono – è che su tutto il territorio toscano siano rimesse nel circolo virtuoso delle assegnazioni le oltre 3500 case popolari sfitte e che si costituiscano i tavoli territoriali per l’emergenza abitativa (come previsto dalla legge 2/2019). Quest’ultimi sono necessari per coordinare tutti i soggetti che a livello locale si ritroveranno prossimamente coinvolti nella gestione dell’emergenza casa (uffici giudiziari preposti alle esecuzioni, comuni, enti gestori delle case popolari, organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini, enti del terzo settore)”.
“Come sottolineato recentemente dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 128 del 2021) si tratta del resto dell’unica via praticabile per una gestione organizzata e puntuale dell’emergenza casa”.
“E’ quindi necessario – fanno sapere – un faticoso lavoro di tracciamento e presa in carico del disagio sociale che si annida sotto l’enorme mole degli sfratti che si sono accumulati nel tempo. Questo nella speranza che poi, una volta usciti da questa delicatissima fase, verranno finalmente riavviate politiche abitative di tipo strutturale per ampliare l’offerta di case popolari e regolamentare il mercato privato delle locazioni ad uso abitativo primario tenendo conto dell’effettiva disponibilità economica delle famiglie”.
“La difficile situazione creata dalla Pandemia – concludono le sigle sindacali – ha fatto aumentare in Toscana, il numero di famiglie in difficoltà economica: il 70% delle persone sono lavoratori in difficoltà, colpiti dalla emergenza sociale, senza possibilità di risoluzione dal punto di vista abitativo”.
“Per queste motivazioni Cgil, Cisl, Uil , Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini della Toscana, chiedono alle Istituzioni sul territorio di attivarsi per evitare il ‘tracollo’ sociale, che il mancato passaggio “da casa a casa” potrebbe provocare”.
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