TOSCANA – “Accogliamo con grande favore la legge sul fine vita approvata dal consiglio regionale della Toscana, perché per dare valore alla vita bisogna dare senso e dignità anche alla morte”.
Così Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, commenta la legge toscana sul fine vita.
“La Regione e il consiglio della Toscana – spiega – hanno dimostrato coraggio nell’affrontare un tema così delicato, garantendo procedure che rispettano la dignità di ogni persona”.
“Come Ordine degli psicologi – dice Gulino – sottolineiamo ancora una volta l’importanza di considerare la componente psicologica nell’aver cura della malattia e del fine vita. In questo senso la costituzione di équipe multidisciplinari, che includono diversi operatori sanitari, così come previsto dalla legge, assicura un approccio completo e rispettoso delle necessità dei pazienti”.
“Per questo motivo – prosegue la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana – accogliamo con particolare favore l’inclusione della figura dello psicologo all’interno della Commissione multidisciplinare permanente incaricata di valutare le richieste di accesso al suicidio assistito”.
“Lo psicologo infatti – rimarca – svolge un ruolo fondamentale nell’accompagnamento del paziente durante le diverse fasi di una malattia degenerativa o terminale. Attraverso un ascolto profondo, il professionista aiuta la persona a esprimere il proprio dolore e le proprie paure riguardo alla malattia e alla possibile fine della vita. Presta inoltre attenzione ai caregivers, offrendo supporto a coloro che assistono il paziente”.
“Dobbiamo avere il coraggio di non negare o nascondere la morte ma di valutarla come un evento che fa parte della vita, anche se è la sua fine – dice Gulino – È essenziale rispettare profondamente le fasi di dolore fisico e psicologico, lo smarrimento e il disorientamento che possono accompagnarla”.
“Accettare la propria malattia – conclude – è un processo complesso che richiede un supporto competente e costante, come quello fornito dagli psicologi. È cruciale effettuare anche in questi casi diagnosi differenziali concertate insieme agli altri professionisti del settore, per condurre la persona ad una scelta consapevole e rispettosa di sé”.
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