FIRENZE – “La pioggia, e soprattutto le prime nevicate cadute sulle cime della regione allontanano lo stato di grave siccità della Toscana”.
Lo dice Coldiretti Toscana, ricordando che nella nostra regione “nell’ultimo anno è caduto il 30% in meno di acqua con l’estate che si è classificata la seconda più calda di sempre seconda solo a quella del 2003 con un aumento delle temperature di +2.3 °C rispetto al periodo 1991-2020”.
L’associazione agricola fa questo bilancio in base all’analisi dei dati del Servizio Idrogeologico della Regione Toscana e del Consorzio Lamma.
“All’appello quest’anno – spiega Coldiretti Toscana – mancano almeno 3mila millimetri di pioggia per effetto di un 2022 che, fino a qui, è stato straordinariamente siccitoso”.
“Con precipitazioni – si ricorda – anche molto al di sotto della media storica 1992-2021 nei mesi di gennaio, febbraio, aprile, maggio, giugno, luglio, ottobre ed anche novembre se pur di un soffio”.
“Precipitazioni – rimarca l’associazione – che sono state invece abbondanti nella prima parte di dicembre, con le forti piogge cadute soprattutto sul grossetano, dove hanno provocato danni alle coltivazioni e disagi alla popolazione e ingrossato i corsi d’acqua, tanto che l’Albegna è cresciuto in 9 ore di oltre 3 metri ed il Fiora di 2,85 metri”.
“L’arrivo della pioggia e soprattutto della neve – continua Coldiretti Toscana – è dunque importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nelle montagne dove i ghiacciai perdono di superficie e spessore”.
“A preoccupare nelle campagne – puntualizzano da Coldiretti – è invece ora il brusco abbassamento delle temperature. Dopo il caldo record lo sbalzo termico repentino rischia di provocare danni a verdure e ortaggi invernali coltivati all’aperto come cavoli, verze, carciofi, finocchi e broccoli”.
“Si tratta – spiega Coldiretti Toscana – degli evidenti conseguenze del mix micidiale determinato dai cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.
“Una anomalia – concludono – che quest’anno si è manifestata con 22 eventi estremi colpendo in ben 5 occasioni le province di Firenze e Lucca e 4 volte la provincia di Grosseto secondo l’Osservatorio Nazionale Città Clima di Legambiente”.
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