POGGIBONSI – Più di cento, tra docenti e personale della scuola superiore “I.I.S. Roncalli di Poggibonsi” (frequentato anche da molti ragazzi del nostro territorio, fra Barberino Tavarnelle e Chianti senese) hanno firmato il documento sulla Palestina che riceviamo e pubblichiamo qui di seguito.
Come docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Roncalli” di Poggibonsi sentiamo il dovere di prendere posizione contro quanto sta accadendo in Palestina ed esprimere la nostra ferma condanna nei confronti del genocidio in corso.
Nella profonda convinzione che la scuola sia un presidio di civiltà contro la barbarie, crediamo nel dovere professionale, posto dal nostro mandato costituzionale e dalle nostre stesse coscienze, di educare i nostri studenti al rispetto dei diritti fondamentali di tutti gli esseri umani, alla promozione di una cultura di pace e giustizia che non può prescindere dalla condanna della guerra e delle violazioni del diritto internazionale.
Quanto sta accadendo a Gaza non può lasciarci indifferenti: secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (UNRWA) oltre 660.000 bambini vengono privati della scuola per il terzo anno consecutivo a causa del genocidio israeliano in corso; il 97% degli edifici scolastici ha subito danni, con il 76,6% del totale identificato come obiettivo diretto dei bombardamenti israeliani; ai lutti, alle mutilazioni e ai danni materiali si aggiungono le sindromi traumatiche riportate dagli studenti ancora in vita.
Ma le cifre di questa tragedia sono destinate a crescere: il Fondo Infanzia delle Nazioni Unite riferisce numeri secondo cui la media a Gaza è di 28 minori uccisi ogni giorno, cioè l’equivalente di un’intera classe.
I crimini sistematici condotti dall’esercito israeliano contro scuole, università, istituzioni culturali costituiscono le prove del più ampio disegno di annientamento del popolo palestinese, insieme alla distruzione deliberata delle infrastrutture sanitarie e commerciali, allo sfollamento forzato della popolazione e all’utilizzo spaventoso della fame e della sete come armi di guerra contro la popolazione civile.
Tali prove hanno condotto a formalizzare contro Israele l’accusa genocidio da parte di massimi studiosi della materia tra cui in ultimo, solo temporale, IAGS (International Association of Genocide Scholars) e la Corte Penale Internazionale a spiccare mandati di arresto per crimini contro l’umanità e crimini di guerra all’indirizzo del primo ministro israeliano Netanyahu e di esponenti del suo governo, nell’ambito del procedimento in corso per genocidio.
Consapevoli da soggetti di una comunità educante che l’accesso all’istruzione sia un diritto inalienabile di ogni studente, nelle nostre classi e nel mondo, denunciamo allora come la guerra all’istruzione condotta a Gaza sia più profonda e più impattante finanche della distruzione di edifici od infrastrutture, perché è una guerra condotta contro l’esistenza stessa del popolo palestinese e delle sue generazioni future.
Come ammoniva il sudafricano Desmond Tutu, storico attivista del movimento contro l’apartheid e sostenitore dei diritti del popolo palestinese, restare neutrali in una situazione di palese ingiustizia e violazione di ogni diritto fondamentale significa stare dalla parte di chi opprime, perché tutti noi siamo responsabili, come docenti e cittadini, di ciò che decidiamo di ignorare.
Tuttavia, poiché l’indignazione non è più sufficiente, ci uniamo all’appello di molti istituti del nostro Paese che chiedono al Governo italiano azioni concrete quali intimare ad Israele il cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza e l’apertura dei confini della Striscia per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari per la popolazione.
Tali istanze urgenti ed inderogabili implicano la richiesta di cessazione della complicità politica, militare ed economica dell’Italia e dell’Unione Europea con chi sta commettendo crimini contro l’umanità.
Chiediamo altresì il ripristino del diritto allo studio per gli studenti palestinesi e la ricostruzione delle scuole distrutte, l’accesso a cure mediche come diritto fondamentale alla vita e alla salute, la fine dell’occupazione israeliana dei Territori palestinesi nel pieno rispetto delle regole del diritto internazionale fondative della convivenza pacifica tra i popoli.
In segno di solidarietà per la popolazione palestinese e in memoria delle vittime, il primo giorno di scuola, alle ore 10.00, le classi seconde, terze, quarte e quinte dell’Istituto hanno osservato un minuto di silenzio.
Nel corso dell’anno scolastico 2025/2026, i docenti si impegnano a promuovere percorsi didattici e momenti di riflessione dedicati, perché la cultura di pace e diritti e la responsabilità civile siano sempre la stella polare della formazione nostra e dei nostri studenti.
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