FIRENZE – Il progetto Casa Marta – si chiamerà così proprio in memoria della piccola Marta – sarà dedicato a rispondere alle esigenze di cura di bambini che soffrono di patologie cronico-complesse, o che stanno affrontando periodi di particolare criticità, non ultima quella relativa alla fase terminale della loro vita, ma anche una struttura intermedia prima delle dimissioni.
Il progetto, risultato della sinergia fra Fondazione Caritas Firenze, Ospedale A. Meyer, Regione Toscana e Fondazione Martacappelli, è stato ufficialmente lanciato il 31 gennaio in occasione del Convegno Nazionale Ospedale Pediatrici Italiani, alla presenza delle autorità.
“Casa Marta – ha detto Benedetta Fantugini, vicepresidente Fondazione Martacappelli – è un sogno che coltiviamo da anni e che finalmente si avvera: una casa dedicata a nostra figlia Marta ed a servizio di tutti i bambini della nostra regione, a dimostrazione che a volte dai dolori più grandi possono nascere grandi cose”.
E’ un progetto di grande rilievo e risonanza alle attività sociali e umanitarie del nostro territorio e, rispondendo alle ultime indicazioni della Regione Toscana, garantirà l’ampliamento dell’assistenza offerta dalla rete territoriale del Centro regionale per le cure palliative offrendo assistenza e accoglienza a 6 bambini e alle loro famiglie.
Casa Marta verrà ospitata in un edificio della Caritas, individuato come sede data la sua vicinanza al Meyer (si trova a soli 650 metri) e sarà un ambiente extra ospedaliero ma funzionalmente collegato a esso.
La struttura comprende spazi privati e comuni, sia interni che esterni e si sviluppa per 490 metri quadri sui due piani di un edificio tipicamente toscano immerso nella verde cornice della collina di Careggi e sarà circondata da un giardino di 930 metri quadri. che oltre a essere un piacevole spazio naturale, sarà anche estensione di ciascuna delle unità indipendente dedicate a ogni famiglia.
Riprogettata con un intervento di ristrutturazione conservativa e arredata in modo da creare un ambiente formato da spazi e ritmi il più simili possibile a quelli della propria casa, il progetto prevede 6 unità abitative pensate come monolocali indipendenti da poter personalizzare con oggetti portati da casa, una propria cucina con spazio per consumare i pasti, un bagno personale, una grande finestra e un’apertura che si affaccia direttamente sul giardino con la possibilità di uscire ed essere protetti da una pergola bioclimatica, sia nei climi estivi che quelli invernali.
Tutto questo garantendo comunque i più alti profili tecnologici, strutturali e di sicurezza. All’interno della struttura, ci saranno anche spazi e aree destinate alle attività di supporto e alla convivialità (biblioteca, stanza della musica, cucina comune ed area living) e uno spazio dedicato alle attività di studio, ricerca e pratica per gli studenti universitari in formazione, elemento fondamentale per gli scambi e le condivisioni.
Inoltre diventerà una rete territoriale per il paziente pediatrico: punto nodale e di collegamento di informazioni mediche aggiornate tra la famiglia, l’ospedale, la scuola, la rete familiare, il pediatra di famiglia e il 118.
Casa Marta sarà una sorta di ponte tra l’ospedalizzazione e il ritorno a casa, dando risposta ai circa 4mila bambini e adolescenti affetti da patologie cronico-complesse occupandosi non solo dei più piccoli, ma anche dei loro genitori e familiari, affiancandoli e sostenendoli in quelli che sono momenti di difficoltà e smarrimento e formandoli all’assistenza, continuando la lunga l’esperienza di ascolto e sostegno resa dalla Fondazione Martacappelli nei Reparti Sub intensiva e Rianimazione del Meyer.
di REDAZIONE
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