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giovedì 27 Marzo 2025
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    Protezione civile, la precisazione dell’assessore regionale Monni: “Allerta non è una previsione meteo”

    "E' un sistema progressivo di attivazione del servizio di protezione civile regionale e locale, volto a prevenire il maggior numero possibile di danni derivanti dall’impatto degli eventi meteo"

    FIRENZE – “Vorrei ricordare il senso dell’allerta meteo a coloro che, data l’allerta attiva per oggi e domani per l’Alto Mugello, si sono stupiti vedendo il cielo sereno. L’allerta non è una previsione meteo, ma un sistema progressivo di attivazione del servizio di protezione civile regionale e locale, volto a prevenire il maggior numero possibile di danni derivanti dall’impatto degli eventi meteo sul territorio. Per questo le categorie “giusto” o “sbagliato” non le si possono applicare”.

    A fare questa precisazione l’assessora regionale all’ambiente e protezione civile Monia Monni.

    Che prosegue: “Per prima cosa vorrei precisare che il rischio attivo per oggi e domani è “idrogeologico e idraulico del reticolo minore’”, ovvero rischio connesso a frane, smottamenti o esondazioni di corsi d’acqua secondari”.

    “Infatti – riprende – diverse frane stanno interessando verie aree dell’Alto Mugello, con criticità importanti in molti piccoli comuni e conseguenze sulla viabilità. Dunque anche se non sta piovendo, resta il pericolo di smottamenti o di ulteriori scivolamenti delle frane attive. Gli effetti delle abbondanti piogge dei giorni scorsi possono protrarsi per giorni e per questo il livello di attenzione, l’allerta, resta alto”.

    “Inoltre – prosegue ancora Monni – il sistema delle allerta troppo spesso viene letto come fosse una previsione meteorologica, ma non lo è. E’ una cosa più ampia della previsione meteo, è la valutazione del rischio derivante dall’impatto dei fenomeni meteo sui territori”.

    “Diciamo – esemplifica – che se è già complesso effettuare una previsione meteorologica, valutare la connessione tra meteo e impatto al suolo lo è ancora di più, perché dipende anche da fattori locali che non sono valutabili in modo dettagliato e con largo anticipo”.

    Emettere un’allerta, quindi, significa decidere di attivare il Sistema di protezione civile regionale e locale in modo che si possano minimizzare i danni causati dall’evento (ad esempio con azioni come la chiusura di viadotti, scuole, parchi, pubblici, la predisposizione di idrovore o spalaneve) e gestire eventuali criticità, fino all’attivazione della colonna mobile vera e propria.

    “Ribadisco che l’allerta non può essere definita “giusta” o “sbagliata” – ribadisce Monni – serve a gestire il rischio e viene adottata con formule simili in tutto il mondo, tenendo sempre presente il fatto che porta con sé sia l’incertezza della previsione meteo, sia l’incertezza legata all’effettivo impatto dei fenomeni sui singoli territori”.

    “Forse tutti dovremmo imparare a gestire meglio quel disagio che ci viene chiesto per evitare danni peggiori – conclude – così come accettiamo, o dovremmo accettare, di usare meno la macchina per ridurre le emissioni di gas climalteranti o sprecare meno acqua per preservare la risorsa idrica”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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