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giovedì 18 Aprile 2024
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    “Rivedere norme su responsabilità penale dei sindaci”: consiglio regionale unanime su mozione Pd

    Primo firmatario il consigliere regionale chiantigiano Massimiliano Pescini: “Facciamo nostra l’iniziativa del presidente Anci nazionale”

    FIRENZE – “La normativa sulla responsabilità penale dei sindaci deve essere rivista”.

    Il consiglio regionale sostiene l’iniziativa promossa dal presidente di Anci nazionale, il sindaco di Bari Antonio De Caro, fatta propria anche da tanti sindaci toscani, e approva all’unanimità una mozione presentata del Partito democratico, primo firmatario il vice capogruppo, il chiantigiano Massimiliano Pescini.

    La mozione impegna la giunta regionale a “sostenere in ogni sede utile l’appello promosso dal presidente di Anci e sottoscritto da migliaia di primi cittadini, compresi molti sindaci toscani”.

    Sindaci di ogni schieramento politico, si specifica nel dispositivo, a conferma della necessitàà di procedere a livello nazionale ad una revisione in tempi rapidi della normativa.

    “Giudichiamo opportuna la sollecitazione del presidente De Caro”, ha dichiarato in aula il consigliere Pescini.

    “Quanto accaduto alla sindaca di Torino, Chiara Appendino”, nella nota vicenda che l’ha vista condannata per i fatti accaduti la sera della finale di Champions League tra la folla che seguiva la partita su maxischermi in piazza San Carlo, “ha visto l’adesione di oltre quattromila sindaci, moltissimi anche in Toscana”.

    “Il nostro – ha rimarcato Pescini – è un atto di vicinanza agli amministratori pubblici che svolgono il loro difficile compito, ma anche un serio tentativo di ragionare su alcune necessità: separare le responsabilità penali, amministrative e contabili, quelle che attengono in via esclusiva alla gestione da quelli che invece devono far capo agli organi politici”.

    Si dovrà valutare anche, prosegue Pescini, “soprattutto l’opportunità di un intervento sull’istituto dell’abuso d’ufficio: tra il 2016 e il 2017 le contestazioni per abuso d’ufficio sono state settemila e i provvedimenti definitivi di condanna di amministratori pubblici non arrivano a cento”.

    Si tratta anche, conclude Pescini, di “favorire la partecipazione pubblica attiva alla vita democratica del Paese”.

    “Sono ormai tantissimi i cittadini che vengono spinti a non candidarsi”, ha concordato Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia).

    “Ringrazio il gruppo consiliare del Pd per aver sollevato il tema – ha aggiunto – la responsabilitàà penale, la più grave, colpisce la persona e colpisce le famiglie. La responsabilitàà politica è il primo e più nobile esercizio della funzione pubblica. Chi sbaglia, quando ci sono responsabilitàà vere, deve pagare, ma a volte ci si trova di fronte a condanne per una sorta di responsabilitàà oggettiva”.

    Semplificare il quadro normativo, “colpire quelli che sgarrano davvero – ha precisato Capecchi – ma liberare gli altri dal rischio di rimanere impelagati in vicende giudiziarie che magari si risolvono dopo anni in un nulla di fato”.

    La questione, ha concluso Capecchi, tocca in qualche modo la rappresentativitàà politica: “C’è anche poco rispetto per gli elettori”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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