FIRENZE – “Con la bocciatura della mozione sullo Scudo Verde, il Partito Democratico ha voltato le spalle ai cittadini della Città Metropolitana di Firenze, in particolare a quelli dei territori più decentrati, dove il trasporto pubblico resta ancora insufficiente o inesistente”
A denunciarlo sono i consiglieri metropolitani di opposizione del centrodestra Alessandro Scipioni, Gianni Vinattieri, Claudio Gemelli e Vittorio Picchianti, firmatari della proposta respinta in consiglio metropolitano.
“La nostra mozione – spiegano – chiedeva semplicemente un impegno chiaro: non introdurre pedaggi, neanche dopo il 2028, nei territori dove non esistono alternative valide all’auto privata. Un principio di giustizia territoriale ed equilibrio sociale. Il Pd ha detto no, confermando ancora una volta di non voler ascoltare le fasce più deboli”.
Nel “mirino” dei consiglieri finiscono anche alcuni sindaci dem che siedono in consiglio metropolitano: Carlo Boni (Pontassieve), Sara Di Maio (Barberino del Mugello) e David Baroncelli (Barberino Tavarnelle).
“Come fanno – incalzano – a votare contro una misura che tutela i loro stessi territori? La risposta è una sola: contano più gli ordini di partito che le esigenze dei cittadini. Che faccia metteranno adesso nel rispondere alle famiglie, ai pendolari, a chi ogni giorno affronta disagi reali per andare a lavorare?”.
“Non meno grave il comportamento della consigliera Alessandra Innocenti – proseguono ancora – che con supponenza ha continuato a ripetere che “è tutto chiaro” e che “è stato tutto spiegato”, senza però prendere alcun impegno concreto per escludere nuove tasse”.
“Una posizione inaccettabile – dichiarano i consiglieri di opposizione – che dimostra come il Pd stia solo cercando di coprire una manovra fallimentare, piena di contraddizioni e già corretta da oltre 2.000 proroghe. Il vero obiettivo? Togliere il tema dal dibattito prima delle elezioni regionali, per poi presentare il conto ai cittadini dopo il voto”.
Aggiungono infine: “Siamo spiacenti di non poter riportare la posizione del consigliere Francesco Casini di Italia Viva, che, come nella sua migliore tradizione, ha preferito non partecipare alla votazione. Un’assenza che pesa, soprattutto su un tema così rilevante per migliaia di cittadini”.
“La proposta respinta – ricordano ancora – illustrata in aula dal consigliere Scipioni, metteva al centro la parità di trattamento tra centro e periferia, chiedendo esenzioni da eventuali tasse d’ingresso fino a quando il trasporto pubblico non sarà davvero una valida alternativa”.
“Non ci può essere transizione ecologica senza sostenibilità sociale – concludono – né giustizia climatica senza prima garantire giustizia territoriale. Il Partito democratico ha dimostrato, ancora una volta, di fare propaganda con parole come inclusione e attenzione ai più deboli, ma di tradirle sistematicamente nei fatti”.
Concorda Francesca Calamandrei, capogruppo di Fratelli d’Italia San Casciano, che esprime la forte preoccupazione: “San Casciano non ha una rete di trasporto pubblico adeguata. Attualmente i collegamenti dal nostro territorio verso Firenze si basano unicamente sul trasporto sulla gomma, non siamo serviti dalla tramvia, o altre alternative ferroviarie, dobbiamo andare a Scandicci per poterla prendere o usufruire dell’unico parcheggio scambiatore vicino Villa Costanza , con tutti i relativi costi dei parcheggi”.
“Il Tpl – sottolinea – si presenta carente e inefficiente, si rende quindi urgente un intervento strutturale volto a implementare con regolarità le corse, garantendo tariffe accessibili, e solo successivamente pensare ad attuare il piano. Il progetto dello Scudo Verde è partito nel 2021, con una previsione di costo di 4 milioni e 400mila euro (chissà a quanto siamo arrivati oggi) e mai è stato pensato di adeguare un servizio di trasposto ne tantomeno di prevedere degli scambiatori adeguati”.
“Ci viene detto che va tutto bene – conclude – non ci sarà nessun disagio e non voglio neppure immaginare che poi attiveranno una tassa d’ ingresso anche per i comuni limitrofi a Firenze. Ma il timore è reale, visto che cittadini toscani, di un comune come il nostro a meno di 20 km da Porta Romana, vengono trattati come stranieri per entrare nei musei e nei giardini pubblici.
Purtroppo, tutto ciò, rischia di configurarsi come l’ennesima iniziativa scollegata dalla realtà, oltre che discriminante nei confronti dei cittadini della Città Metropolitana”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA