FIRENZE – “L’esito del vertice in Regione sulla siccità non ci sorprende ma rafforza le nostre preoccupazioni. Con i problemi legati alla siccità il rischio è che gli agricoltori subiscano quest’anno l’ennesima mazzata, dopo gli aumenti dei costi di produzione”.
A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, commentando l’incontro dell’assessora regionale all’ambiente Monia Monni con l’Autorità idrica toscana, le Autorità di Distretto, l’Anci, Upi e Anbi.
“In tempi normali potremmo dire che piove sul bagnato – dice Neri – In realtà qui purtroppo è l’opposto a livello materiale: non piove, anzi la terra brucia su una situazione già infuocata. Facendo riferimento a Dante Alighieri siamo all’Inferno”.
“I problemi non sono solo i cereali – prosegue – la preoccupazione è pure sulle colture, a cominciare da ortaggi e pomodori. Questi prodotti hanno bisogno della falda acquifera, ma con la siccità i livelli si abbassano. Inoltre nel livornese, ad esempio Venturina, e nel grossetano l’abbassamento della falda porta il problema del cuneo salino: l’acqua diventa troppo salata e questo porta numerosi problemi”.
“Se ortaggi e pomodori stanno risentendo in modo pesante della situazione – conclude il presidente di Confagricoltura Toscana – e la coltivazione dei girasoli subirà una diminuzione del 50 per cento”.
“Una situazione simile – spiega il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – solitamente si presenta nel mese di agosto. Ma qui siamo in anticipo di due mesi. Più che il presente, che possiamo al momento gestire, sono le prossime settimane a terrorizzarci. In molte zone della nostra regione coltivazioni pregiate come gli olivi iniziano a manifestare una situazione di grande sofferenza dovuta allo stress idrico e alle alte temperature, lo stesso per il grano dove si prevede un calo delle rese almeno del 20%, e per il girasole, l’orzo ed il mais”.
“Laddove è possibile – aggiunge – per salvare il raccolto ed evitare di perdere il raccolto di ortaggi e frutta, le aziende agricole stanno intervenendo con l’irrigazione di soccorso mediante l’emungimento dei pozzi delle acque di falda. Con un’ulteriore impennata dei costi per l’attività di pompaggio che vanno a sommarsi a quelli che già stanno sostenendo con il rischio di salinizzazione per i terreni nelle zone costiere. In grande affanno il comparto della zootecnica dove registriamo nel comparto dei bovini da latte un calo della produzione del latte legato allo stress da caldo e rese anche dimezzate per i foraggi utilizzati per l’alimentazione”.
Nel frattempo Coldiretti Toscana invita a segnare sul sito di Artea eventuali danni alle coltivazioni causate dalla siccità ed attende “una presa di posizione del governo regionale per evitare un ulteriore peggioramento della crisi idrica con conseguenze sulle imprese e sulle famiglie”.
“L’obiettivo – ricorda Coldiretti Toscana – deve essere quello di trattenere una buona parte di quell’89% di precipitazioni che vengono disperse attraverso la rete di invasi per conservare l’acqua che gli agricoltori chiedono da tempo in una regione dove solo il 9% della superficie agricola è coperta da irrigazione consortile”.
“Gli effetti dei cambiamenti climatici – prosegue Filippi – impongono una forte accelerazione sulla realizzazione di queste strutture. E, da parte delle aziende, l’obiettivo deve essere quello di mettere in atto tutte le misure per un’agricoltura sempre più intelligente nel consumo mirato delle risorse idriche. Lo stesso devono fare i cittadini evitando sprechi o utilizzi impropri dell’acqua”.
“In questa situazione di profonda crisi idrica – conclude – oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui il paese ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale”.
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