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martedì 15 Ottobre 2024
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    Stragi nazifasciste, risarcimenti negati. L’ex magistrato Beniamino Deidda critica l’Avvocatura dello Stato

    L'ex magistrato è intervenuto nell'evento organizzato dai promotori della Carta antifascista sulle vicende legate ai ristori per i danni subiti dai familiari delle vittime

    FIRENZE – Ad alzare la voce contro l’atteggiamento dell’Avvocatura generale dello Stato, definito “ostile, dilatorio e ostruzionistico” dai promotori della Carta antifascista e dai ventisei comuni toscani che fanno parte del coordinamento dei territori, colpiti dalle stragi nazifasciste, è (anche) l’ex magistrato Beniamino Deidda.

    Deidda, che ha speso gran parte della sua vita ed ha profuso il suo impegno professionale e umano sul tema della giustizia, è intervenuto nell’iniziativa promossa e organizzata dai promotori della Carta antifascista che si sono ritrovati ieri sera presso il Teatro dell’Affratellamento di Firenze dal titolo “Vogliamo giustizia”.

    L’ex magistrato ha criticato aspramente l’opposizione che l’Avvocatura dello Stato ha mosso contro le sentenze emesse dalla giudice Susanna Zanda del Tribunale di Firenze rispetto alle vicende storiche della strage di Pratale dove il 23 luglio 1944 furono freddati a colpi di mitraglie dodici contadini e del massacro di Egidio Gimignani, il partigiano che fu torturato e sepolto vivo a San Donato in Poggio il 20 giugno 1944.

    Entrambi gli eccidi nazifascisti sono avvenuti nel territorio comunale di Barberino Tavarnelle.

    “Non solo l’appello fatto dall’Avvocatura non sta in piedi – dichiara l’ex magistrato – ma trovo assurdo, indecoroso, inaccettabile che tale organo, che agisce nelle controversie legali per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, abbia contestato la legittimazione passiva della Repubblica federale di Germania ovvero l’aver citato in questo processo lo Stato tedesco come controparte”.

    “Ma l’Avvocatura dello Stato non dovrebbe difendere noi cittadini? – domanda Deidda – Questo non è lo Stato che si pone a tutela della sua comunità perché se così fosse non contrapporrebbe la storia al diritto, la verità alla giustizia. La storia non si tocca perché poggia su fondamenti attestati, documentati; i fatti, crimini di guerre e dell’umanità perpetrati dal Terzo Reich, sono realmente avvenuti, come reale è la barbarie con la quale sono stati commessi. Non c’è appello che si possa impugnare contro quelle pagine della storia che sono sancite dalla coscienza civile, dall’etica morale, da coloro che le hanno vissute, dal dolore, dall’angoscia, dal sacrificio di coloro che sono stati spazzati via da civili inermi e dalla sofferenza dei familiari che oggi dopo 80 anni chiedono giustizia con un risarcimento di natura non certamente economica ma soprattutto morale”.

    “E chi bisognava chiamare in causa se non lo Stato – aggiunge – che ha determinato nel secondo conflitto mondiale i crimini di guerra e dell’umanità perpetrati con tanta efferatezza e ferocia, come dimostra il dato delle 200 stragi e delle 4000 vittime seminate nel periodo che intercorre tra l’aprile e l’agosto del 1944 solo in Toscana”.

    L’ex magistrato ha condiviso la sua posizione insieme ai relatori che ieri hanno preso parte all’evento tra cui il senatore Dario Parrini, il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli e in collegamento il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, il referente Anpi Barberino Tavarnelle Adelmo Franceschini, la coordinatrice della Cgil Chianti Laura Scalia, il patrono del teatro Luigi Mannelli e la nipote di Egidio Gimignani, Katia Poneti.

    L’ex magistrato ha offerto una lettura giuridica puntuale delle sentenze emesse dal Tribunale di Firenze sulle richieste di risarcimento accolte dalla giudice Zanda avanzate da Mirella Lotti, figlia di Giuliano e nipote di Carlo, due delle vittime della strage di Pratale, e Sergio e Katia Poneti, nipoti di Egidio Gimignani.

    “Di fronte a queste parole scritte in una sentenza – tiene a dire Deidda – noi che abbiamo il senso del diritto, capiamo che su quei fatti non ci può essere appello, perché su di essi ha già parlato la storia. Avere il senso del diritto non vuol dire soltanto conoscere la legge scritta. Il diritto è un concetto assai più ampio della legge positiva, perché racchiude in sé anche il concetto di giustizia. Ecco, la Storia ha già scritto a caratteri indelebili la verità sulle stragi criminali compiute dai nazisti e non c’è appello di nessuna Avvocatura che possa riscriverla”.

    “L’Avvocatura generale dello Stato non difende i suoi cittadini ma ostacola un iter su cui il Tribunale di Firenze si era già espresso – incalza – tutto questo mostra una forte contraddittorietà, la mancanza di elementi che permettono la sussistenza di questa impugnabilità, la mancanza di competenze giuridiche”.

    “La storia non si tocca – riprende – la memoria non si cancella e neanche il dolore di chi ha sofferto e oggi si trova a subire l’angoscia di una seconda pugnalata al cuore dopo il distacco dalle persone amate, vite interrotte, mutilate dei loro affetti, fucilate, trucidate crudelmente dalle rappresaglie nazifasciste”.

    A Mirella Lotti oggi non resta altro che una foto che raffigura il padre Giuliano e il nonno Carlo. La miseria che seguì dopo l’omicidio del padre portò via tutto. Il ricordo di due affetti importanti della sua vita è legato esclusivamente ad un’immagine che, a dispetto del tempo, è ancora nitida e visibile.

    Il fondo dei ristori per i danni subiti dai familiari delle vittime del terzo Reich è stato istituito nel 2022 dal governo Draghi.

    Il sindaco di Barberino Tavarnelle Baroncelli annuncia nuove azioni di denuncia e contestazione insieme al senatore Parrini e al coordinamento dei comuni toscani, teatro di stragi nazifasciste.

    “Anche se l’intento dell’Avvocatura dello Stato – dichiara il primo cittadino – è evidentemente quello di allungare i tempi e scoraggiare i familiari, alcuni dei quali già in età molto avanzata, noi continuiamo a batterci insieme, uniti, lo faremo con mobilitazioni e presidi che ci vedranno lottare in questa battaglia di civiltà e memoria al fianco dei cittadini e dei familiari delle vittime”.

    “Se quegli avvocati – conclude Beniamino Deidda – insieme ai loro mandanti che siedono nel governo, avessero il senso della Storia, oltre che della giustizia, straccerebbero l’appello che hanno proposto e andrebbero in cerca di Mirella Lotti, di Katia e Sergio Poneti e rivolgerebbero un’istanza al Presidente della Repubblica perché siano invitati al Quirinale, in modo da poterli onorare, allo stesso modo con cui si onorano i figli e i nipoti dei martiri della patria. Se avessero il senso della giustizia e della Nazione, di cui questo governo si riempie la bocca senza conoscerne il significato profondo, saprebbero che è in gioco il mito fondativo della Repubblica. Si tratta, per noi cittadini democratici, della Resistenza e della nascita della Costituzione, i due momenti più alti della nostra storia recente, che ancora ci consentono di alzare la testa davanti al mondo senza vergognarci del fascismo e dell’alleanza coi nazisti”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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