FIRENZE – “I danni da ungulati sono talmente tanti da essere difficilmente quantificabili. Oltre ai cinghiali che danneggiano le uve in maniera grave, abbiamo anche i caprioli, che sono animali eccezionali ma si cibano dell’uva quando è matura e soprattutto dei germogli: in un colpo solo portano via tutto. Intervenire si può, ma è necessario modificare la legge sulla caccia”.
A dirlo è Ritano Baragli, presidente della cantina sociale Colli Fiorentini, dopo l’ultimo raid di ungulati che ha danneggiato le sue vigne.
“Naturalmente il cinghiale crea ancora più danni – spiega Baragli -. Mentre i caprioli “piluccano” l’uva e comunque arrivano a mangiare fino a 20 kg di verde al giorno, i cinghiali strappano tutto. Abbiamo visto campi di girasole che, in due-tre notti, sono stati azzerati”.
Secondo Baragli “noi dobbiamo da un lato proteggere questi animali, ma dall’altro dobbiamo evitare che questi siano un flagello per gli agricoltori”.
“Per questo motivo – rilancia – è necessario modificare la legge sulla caccia e sulla proprietà degli animali, che non possono essere un bene indisponibile dello Stato”.
“Da questo punto di vista – riprende – il vicepresidente della Regione Stefania Saccardi si è fatta portavoce delle nostre istanze nella conferenza Stato-Regioni”.
Tra i problemi che stanno affrontando gli agricoltori c’è anche quello della peste suina.
“E’ causata dai cinghiali – dice Baragli in conclusione – e per gli allevamenti significa abbattere tutti i capi e da qui si capisce la gravità per tutto il settore. Bisogna intervenire”.
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