GREVE IN CHIANTI – Ancora un ordigno che riemerge dal passato di guerra delle nostre campagne e dei nostri boschi.
Stavolta siamo a Greve in Chianti, nella zona intorno a Giobbole.
“Ero a caccia nei giorni scorsi – ci racconta Giovambattista Fabiani, macellaio in borgo a Greve in Chianti e, appunto, appassionato cacciatore – Con me c’era un amico di mio figlio, Matteo Papini“.
“Era pomeriggio – prosegue – e stavamo camminando in una zona di passaggio. Nel camminare per poco non calpesto un oggetto”.
“Era in mezzo a un viottolo – ci spiega ancora – E una volta capito di cosa si trattasse, mi sono chiesto come potesse essere lì. Ma c’era”.
“Feci una foto – continua nel suo racconto – e, per precauzione, mi allontanai subito. Chiamando immediatamente il 112”.
“Mi passarono i carabinieri – ci dice Giovambattista – che localizzarono la mia posizione. Dopo una mezzora mi ri-contattarono e mi dissero che sarebbero venuti a vedere”.
“Mi chiesero di aspettarli – specifica – per accompagnarli sul posto. Vennero dalla Compagnia di Figline e li portai fin lì: pare, ma non posso affermarlo con certezza, che si trattasse di una bomba da mortaio inglese”.
“Misero le fettucce per delimitare l’area – riprende – e mi dissero che a giorni sarebbero venuti gli specialisti dell’esercito a toglierla”.
“Ieri pomeriggio sono venuti – conclude Giovambattista – così l’hanno recuperata e portata via, per farla brillare”.
Per un passato di guerra che, spesso, torna a riemergere anche a distanza di decenni.

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