CINTOIA (GREVE IN CHIANTI) – Probabilmente ancora per un po’ di tempo dovremo scrivere dei danni causati dal terribile nubifragio del Ferragosto 2022.
Naturalmente la prioritĂ va alle tante famiglie duramente colpite, che hanno subito gravissimi danni e che hanno bisogno di aiuti.
Ma anche il patrimonio naturalistico che circonda i nostri borghi ha subito ferite profonde. Pazzesche in alcuni casi.
C’è una valle ad esempio, che è stata letteralmente stravolta dall’acqua, dal fango, dai detriti, dagli alberi trascinati per km.
E’ quella del rio Sezzate, con il suo ponte del ‘700, in via Cintoia Bassa: qui la piena ha devastato le abitazioni del vecchio mulino, portando via di tutto.
Comprese le voliere con 200 colombi da esposizione, motorini, materiali da giardino. E due auto: una di queste (non si sa se sia passata sopra o sotto il ponte settecentesco) precipitata a oltre un km e mezzo, per poi fermarsi come “impacchettata” e seminascosta a tutti (c’è voluta quasi una settimana per ritrovarla).
Abbiamo ripercorso il tratto da Cintoia Bassa qualche giorno fa, e lo spettacolo è davvero impressionante.
Il percorso nel bosco segnalato dai cartelli dal Gruppo San Michele-Gev del Chianti, “Anello dei Castelli – Castello di Sezzate” è avvolto dal silenzio.
L’acqua ha ripulito le antiche pietre della pavimentazione (quel che rimane) portandole ancora più in evidenza: lungo la discesa parti di muro a secco sono venuti giù, sbriciolate.
Arrivati all’antico ponte, è stato impossibile oltrepassarlo poiché grandi tronchi e vari detriti sono rimasti ben incastrati tra di loro, impedendo il passaggio.
Si attraversa facendo molta attenzione dal rio Sezzate, per proseguire verso l’altro vecchio mulino, dove sono rimasti solo dei ruderi.
Anche qui ci s’imbatte in tronchi e pezzi di ferro, che sembrano essere di un ponteggio da muratori.
Oltrepassato il mulino si scende ancora: qui è davvero impossibile proseguire, un altro piccolo ponte in pietra che collegava il Castello di Sezzate con il castello di Mugnana è devastato. Ed è alquanto pericoloso passarci di sopra.
Entriamo nella gola del rio Sezzate oltrepassando la pescaia: fa paura solo il pensiero di stare nel mezzo, in bilico a dei sassi e alberi spezzati, dove sotto le scarpe scorre un rigagnolo d’acqua terrosa, gialla.
La grande parete di roccia è l’unica cosa a essere rimasta intatta. Intorno solo tanta desolazione.
Risaliamo nel silenzio più assoluto e al ponte settecentesco troviamo due persone in mountain bike, ferme davanti a quei tronchi. Incredule, anche loro, per quanto è successo nella notte di Ferragosto in questo angolo di Chianti.
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