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venerdì 24 Gennaio 2025
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    In giunta a Greve in Chianti, rimette anche il mandato in mano al sindaco Bencistà

    Aveva scelto l'Italia dei Valori con slancio: vi si riconosceva e vi si specchiava. Tanto da diventare anche assessore, rappresentando il partito di Antonio Di Pietro, nella giunta di Alberto Bencistà a Greve in Chianti.

     

    Poi gli ultimi sviluppi nel mondo dipietrista; l'amarezza, le riflessioni. Anticipata da una mail "sospetta", che nei giorni scorsi invitava a votare per Matteo Renzi. Infine l'ufficialità: oggi Marcello Forni, 61enne mercatalino, assessore "in quota" Idv a Greve in Chianti, si è dimesso dal proprio partito e ha rimesso la sua carica nelle mani del sindaco Bencistà.

     

    Lo ha fatto con una lettera in cui accusa il partito di essersi ridotto, "non certo per colpe nostre ad una armata Brancaleone". "Per me – scrive Forni – è davvero impossibile continuare a portare avanti le mie idee (giuste o sbagliate che siano) in un partito nel quale non credo più. Ero fra quelli che avevano aderito convintamente ad una forza che aveva fatto della difesa della legalità e dei diritti dell’uomo il suo cavallo di battaglia. Ma una gestione personalistica, e spesso interessata, ha fatto sì che fossero  imposti personaggi sbagliati nel posto sbagliato, (ed in questo Di Pietro ha le sue colpe)".

     

    Poi rilancia: "Non mipento delle battaglie fatte, nè della mia pur breve esperienza in questa forza politica, anzi, spero di trovarci di nuovo assieme in futuro  per alte battaglie, ma quando viene meno l’entusiasmo, è il momento di lasciare: la disonestà di pochi ha fatto si che una forza politica che poteva essere interessante si polverizzasse".
     

    "Per quanto riguarda il mio mandato – e qui parla della sua carica di assessore – lo rimetto nelle mani del sindaco di Greve in Chianti, al quale confermo, comunque il mio incondizionato e totale appoggio, a lui e alla sua amministrazione. Comunque egli decida mi avrà sempre al suo fianco avendo io condiviso convintamente le scelte fatte in questi anni".

     

    Fin qui la chiusura con il passato. Ma Forni è tipo che rilancia subito, ed ecco una seconda lettera in cui si schiera apertamente con Matteo Renzi: "Non è stato facile per me schierarmi, visto anche il mio passato politico, di getto avrei scelto Nichi Vendola, di sicuro il più vicino ai miei ideali".

     

    "Ma poi – spiega Forni – ci dobbiamo chiedere se vogliamo vincere o continuare a vegetare, magari succubi di forze, che, attualmente, come avvoltoi posati sul ramo stanno aspettando di calarsi sulla preda in consci di poter fare da ago della bilancia ed imporre il loro volere a partiti nettamente più forti. Per questo, nonostante la nobiltà e l’onestà intellettuale e politica di Vendola non l’ ho votato, non ho votato Bersani, perché nonostante la sua serietà e le sue indubbie capacità sarà sempre ostaggio della premiata ditta D’Alema, Finocchiaro, Napolitano &Co, che di danni alla Sinistra Italiana ne hanno fatti già fin troppi".
     

    "Certo- ammette – non condivido totalmente le idee di Renzi, tuttavia, mi pare l’unico che sia in grado di dare una svolta a questo nostro disgraziato Paese coalizzando intorno al suo nome anche molti delusi che in passato avevano votato a destra (d’altra parte chi può negare che negli anni passati c’è stata una forte migrazione di elettorato in senso inverso). Se vogliamo vincere da qualche parte i voti bisogna prenderli. Quindi, intanto pensiamo a vincere e cerchiamo di farlo senza dover poi mercanteggiare per formare un governo e diamo anche una forte ridimensionata a quella “Casta” che ha portato il Paese sull’orlo del fallimento, poi vedremo".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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