GREVE IN CHIANTI – “Il dibattito sulla ristrutturazione dei servizi di emergenza sanitaria nella nostra regione è tutt’altro che concluso. Come membri del gruppo consiliare Per il Cambiamento continueranno a lottare affinché le preoccupazioni espresse dai cittadini e dai volontari vengano ascoltate e considerate”.
A dirlo sono Roberto Abate (Lega) e Vito Andrea Cuscito (FdI), consiglieri comunali di centrodestra a Greve in Chianti. L’oggetto della loro presa di posizione sono le modifiche nel servizio 118, che presto dovrebbero arrivare anche in territorio grevigiano.
“La salute e la sicurezza della nostra comunità devono rimanere una priorità – dicono Abate e Cuscito – e ogni cambiamento deve essere valutato con attenzione per garantire che il servizio sanitario venga potenziato, non indebolito”.
“Recentemente – ricordano – la politica sanitaria regionale ha deciso di abolire la figura del medico a bordo delle ambulanze, sostituendola con un’auto medica o con personale infermieristico. Questa scelta ha suscitato un acceso dibattito all’interno della comunità di Greve in Chianti. Insieme al gruppo consiliare di Immagina Greve abbiamo avviato una raccolta di firme per chiedere alla Regione Toscana una revisione di questa decisione”.
“Il nuovo modello delle auto mediche – spiegano Abate e Cuscito – implementato nei comuni dell’Unione del Chianti, è stato introdotto con l’intento di ottimizzare i servizi di emergenza. Tuttavia, esistono forti preoccupazioni da parte di molti cittadini e volontari del servizio di emergenza, che temono che questa modifica possa indebolire un sistema sanitario già fragile”.
“La presenza di un medico a bordo dell’ambulanza – rimarcano – era considerata cruciale per garantire interventi tempestivi e competenti in situazioni critiche, soprattutto in un’area come quella grevigiana, dove si registrano difficoltà di accesso e problematiche di comunicazione”.
“Uno dei temi più sollevati dai volontari riguarda la sicurezza – rilanciano – In molte zone di Greve, la mancanza di segnale telefonico e radio rappresenta una sfida significativa. Durante un’assemblea pubblica, diversi volontari hanno condiviso la loro preoccupazione riguardo alla capacità di comunicare con la centrale operativa o con gli ospedali nei momenti critici. Nonostante le rassicurazioni fornite dai responsabili del 118, i volontari si sentono “abbandonati” e privi del supporto essenziale per svolgere al meglio la loro nobile missione”.
“In molte aree del nostro comune – dicono ancora – la presenza di un medico a bordo dell’ambulanza non era solo una formalità, ma una necessità. Le emergenze richiedono decisioni rapide e la competenza di un medico è spesso determinante per la vita dei pazienti. Le modifiche apportate dalla regione non solo hanno sollevato preoccupazioni tra i volontari, ma hanno anche generato malcontento tra i cittadini, che temono per la qualità dell’assistenza sanitaria a loro disponibile”.
“A tal proposito – evidenziano – il consigliere regionale della Lega Giovanni Galli ha espresso le sue perplessità”.
“La nostra proposta per ripristinare i punti di primo soccorso – queste le parole di Galli – fondamentali per le aree più remote della Toscana, è stata bocciata. Il presidente Giani si dichiara sostenitore del progetto Toscana Diffusa, volto a valorizzare le zone più disagiate, ma quando proponiamo di riattivare i punti di pronto soccorso, ci viene sonoramente respinta”.
“Queste strutture – conclude Galli – servirebbero anche a evitare sovraffollamenti nei pronto soccorso e a limitare i danni derivanti dalla soppressione dell’ambulanza medicalizzata in alcune aree. Non vogliamo una sanità di Serie A per qualcuno e di Serie B per altri; la gestione della Toscana deve riflettere anche le esigenze di chi vive in territori più vulnerabili”.
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