STRADA IN CHIANTI (GREVE IN CHIANTI) – E’ un fiume in piena Anna Maria, e non potrebbe essere altrimenti.
Perché da giorni si sta scontrando con la sorda burocrazia, che diventa ancor più insopportabile quando di mezzo ci sono situazioni di salute e di difficoltà.
Che riguardano suo marito Francesco, 77 anni, che oltre due mesi fa ha avuto una piccola ischemia. Che lo ha fatto cadere e, nella caduta, si è rotto un malleolo.
Da qui ricovero in ospedale (il Santa Maria Annunziata, a Ponte a Niccheri), due mesi di riabilitazione al “Don Gnocchi” e, il 17 maggio scorso, finalmente, il ritorno a casa. Ovvero, l’inizio di un altro calvario. Surreale.
Perché il marito, che soffre di osteoporosi, in passato ha avuto numerose altre fratture. E al momento ha ancora evidenti problemi nella deambulazione, deve sottoporsi a continue visite, accertamenti, fisioterapia.
Questo implica che bisogna muoversi con l’auto, frequentemente. E quindi, in questa fase, diventa indispensabile una certificazione temporanea, che consenta a chi lo accompagna di parcheggiare negli spazi riservati. Solitamente più comodi e vicini alle destinazioni.
Ed è qui che casca l’asino, come ci racconta la stessa Anna Maria.
“Abbiamo quintali di documentazione dell’ospedale – inizia – del “Don Gnocchi”, ma per avere questo permesso temporaneo, come ci hanno detto i vigili del Greve in Chianti (e come è scritto nella legge, che mi sono fatta inviare) serve una visita medico legale della Asl”.
“Non dico – prosegue – dal 17 maggio le telefonate che ho fatto. Decine, centinaia, dappertutto. Per avere, alla fine, questa risposta: appuntamento, preso temite Cup, a ottobre 2022!”.
“E’ incredibile – aggiunge – Fra cinque mesi magari, come spero, mio marito potrà stare meglio, e non ne avrà più bisogno. Ma oggi cammina male, deve fare visite, fisioterapia. Adesso ha bisogno di un permesso temporaneo che ci permetta di accedere con maggiore facilità alle strutture”.
E invece, come detto, appuntamento a ottobre: “Neanche a pagamento posso andare – dice ancora, amareggiata – il certificato medico che certifica lo stato di salute, sulla base del quale richiedere poi il permesso alla polizia municipale, deve essere rilasciato dall’Azienda sanitaria. Che ci ha dato appuntamento fra cinque mesi!”.
“Anche ieri mattina – conclude – sono state tre ore al telefono con il Cup, fra musiche di attesa e linea che cadeva. Non sono una sprovveduta, ho lavorato per 40 anni in una azienda enorme, ma questo è un muro di gomma”.
“A pagamento da un medico legale non posso andare – conclude – L’autorizzazione, temporanea lo ripeto, mi serve adesso, nel momento del bisogno vero e concreto. Ma la visita per averla, che va fatta per forza tramite Asl, me l’hanno data a ottobre. Ditemi voi…”.
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