LAMOLE (GREVE IN CHIANTI) – Classe 1982, di Lamole, vive a Rotterdam: al momento in Olanda si contano circa 20.000 contagi da Coronavirus e meno di 2.000 decessi.
Si chiama Jonas Jelinek, lo abbiamo raggiunto per telefono per farci raccontare la sua esperienza: “Vivo in Olanda dal 2012 – inizia – vi ero venuto a fare il tirocinio per la tesi che ho discusso in Italia, presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie Agrarie su un progetto per la produzione di Microalghe, in quel caso era una produzione di elementi ricchi di lipidi da usare per il Biodisel”.
“Dopo la laurea – prosegue – sono tornato in Olanda anche se non avevo un impiego sicuro. Ma tramite dei colleghi universitari, con i quali avevo lavorato durante il tirocinio, sono stato assunto da un laboratorio microbiologico che collaborava con l’Università. Al momento sto studiando un metodo di sviluppo per una microalga, Haematococcus pluvialis, ricca di un antiossidante che si chiama Astaxantina, un carotenoide che non viene prodotto dal metabolismo umano, quindi va assunto sotto forma di integratore”.
La chiacchierata “vira” sul Coronavirus: “Qui i primi segni della quarantena si sono visti il 16 marzo, quando è stato comunicato che sarebbero stati chiusi per tre settimane bar, ristoranti, coffee shop, palestre, club sportivi, saune e sexy shop. Un provvedimento che mi hanno detto non veniva preso da 47 anni. In molti dall’Italia mi hanno chiamato perché ai telegiornali avevano parlato delle lunghe code davanti ai coffee shop, cosa che fa sorridere, ma succederebbe la stessa cosa se in Italia chiudessero le tabaccherie”.
“La quarantena – prosegue Jonas – inizialmente era molto blanda; infatti hanno subito fatto marcia indietro riaprendo bar, ristoranti e coffee shop con modalità take-away. E tuttora così funziona. Ancora sposavano la stessa teoria che portava avanti l’Inghilterra, dell’immunità di gregge; poi però, con la diffusione del virus e soprattutto con la difficoltà degli ospedali di gestire i casi gravi, hanno dovuto fare mea culpa ed è notizia di pochi giorni che hanno prolungato il lockdown fino al 26 aprile”.
“Ad oggi però – ci dice Jonas – non è obbligatoria la mascherina da nessuna parte. Infatti se ne vedono poche a giro, in casa si possono ospitare fino a tre persone e fuori è richiesta la distanza di almeno un metro e mezzo tra le persone. Tramite la televisione consigliano di muoversi il meno possibile, anche con il lavoro hanno chiesto di aumentare lo smart working”.
Chiediamo come sia il rispetto delle regole nei Paesi Bassi: “Le persone sono abbastanza rispettose di quanto gli è stato chiesto, fuori si trova davvero poca gente, ma non c’è nessun divieto di circolazione. Io lavoro da casa due giorni, gli altri devo andare in laboratorio, perché bisogna mantenere in vita e curare le alghe, ma vado in auto e sono solo; un mio collega che dovrebbe venire in treno preferisce stare a casa in questi giorni”.
“Sono molto dispiaciuto per la situazione in Italia – conclude Jonas – vi faccio un grande in bocca al lupo e speriamo di sconfiggere questo virus tutti insieme il prima possibile”.
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