MONTEFIORALLE (GREVE IN CHIANTI) – C’era preoccupazione per il tempo, variabile e incerto, previsto per lo scorso week end, con tanto di allerta meteo arancione il sabato.
Ma alla fine, sfuggiti al pericolo della pioggia, il successo dell’inconfondibile Sagra delle Frittelle di Montefioralle, che ha sfornato la bellezza di 55mila frittelle, ha messo tutti di buon umore.
Grande partecipazione è stata registrata alla manifestazione legata ad una tradizione gastronomica tutta chiantigiana che, come ogni anno in questo periodo, ha tenuto a battesimo il risveglio della stagione primaverile. Anche se con qualche nube di troppo.
Nel corso della due giorni che ha animato il cuore storico di uno dei Borghi più belli d’Italia centinaia di visitatori hanno gremito vicoli, stradine e piazzette del castello per degustare il dessert di San Giuseppe, dedicato ai babbi d’Italia.
Regina della festa dei sapori è stata una specialità che va avanti da oltre cinquant’anni: la celebre frittella di Montefioralle.
Una narrazione intima, quasi leggendaria, nata in seno alle famiglie del castello, che si è poi tramutata in una realtà collettiva, un’esperienza di volontariato che affida alla cultura del cibo il testimone della longevità e dell’identità di una comunità.
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Per la frittella di riso chiantigiana il tempo scorre, ma il gusto non cambia. E’ questo grazie all’abilità culinaria, custode di saperi e ricette di una volta, del Comitato Turistico Montefioralle, presieduto da Marina Crini che, di generazione in generazione, ha portato avanti i segreti di questa eccellenza, preparata artigianalmente da una squadra di persone, residenti nel borgo e appassionati volontari.
“Una perfetta rete umana – commenta l’assessore al turismo del Comune di Greve in Chianti, Giulio Saturnini – che investe nel valore conviviale e promozionale delle produzioni tipiche locali per far emergere la qualità del buon vivere nel Chianti, le potenzialità culturali, economiche e turistiche che caratterizzano l’autenticità del nostro territorio, non solo come un paesaggio cartolina ma come un luogo pieno di vita, socialità, che intesse relazioni e si distingue per il dinamismo delle realtà associative”.
Per la produzione di 55mila frittelle, tale il dato che ha registrato l’edizione 2025, sono stati consumati 2 quintali di riso e 60 kg. Sono state preparate complessivamente 900 Kg di frittelle.
“E’ una tradizione che viene da lontano – spiega Marina Crini – abbiamo recuperato questa usanza di origine rinascimentale organizzando alla fine degli anni Sessanta la prima edizione della festa in cui tutti i cittadini e le cittadine del nostro borgo concorrono per realizzare la manifestazione”.
“Le frittelle – ricorda in conclusione – vengono cotte in un padellone del diametro 2 metri con 150-180 litri di olio. Nella preparazione ognuno svolge un compito preciso, c’è chi porta l’impasto e lo distribuisce nei piatti che fiancheggiano il padellone dove alcuni volontari, a coppia, formano le palline di riso usando dei cucchiai, altri girano con un mestolo l’olio e infine altri ancora prelevano le frittelle quando salgono in superficie”.
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