FERRONE (GREVE IN CHIANTI) – La crisi, drammatica e per molti versi irreversibile, del cotto vivrà domani un altro durissimo capitolo.
Alla Vivaterra Spa, azienda del Ferrone (nel territorio comunale di Greve in Chianti) sono infatti partite 32 lettere di licenziamento su 64 addetti: ovvero il 50% netto della forza lavoro di una delle ultime aziende (parliamo di quelle a matrice più industriale) rimaste a produrre in quella che una volta era la "culla" del cotto.
Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, ma di un qualcosa che arriva da lontano. Era infatti il 6 febbraio scorso quando, a un incontro con la candidata al Parlamento Elisa Simoni nella zona artigianale di Meleto, Giovanni Avezzano aveva gelato tutti: "La nostra azienda – aveva detto – sta vivendo una fase tremendamente difficile, che potrebbe portare a soluzioni drastiche".
"Da due mesi – aveva concluso – sono stato nominato per cercare di fare qualcosa per evitarlo, per la nostra sopravvivenza. So che ci sono tante persone in cassa integrazione, che ci sono tante aspettative. Spero e penso che ce la faremo da soli: serve una rete fra le imprese rimaste, se c'è una guerra ne paghiamo le spese tutti".
E le spese le pagheranno soprattutto i lavoratori, che si sono visti arrivare a casa quella lettera che nessuno vorrebbe mai vedere.
Domani dalle 14 alle 15.30 è previsto un incontro dei lavoratori in Provincia, al tavolo dell'unità di crisi: per l'occasione è stato organizzato anche un presidio sempre dalle 14 alle 15.30 di fronte alla sede della Provincia di Firenze, in via Cavour.
di Matteo Pucci
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