GREVE IN CHIANTI – Sul maltempo e i danni causati dalle recenti alluvioni in territorio grevigiano, le polemiche sul rischio idraulico, sulle costruzioni, sulle realizzazioni attuate e su quelle negate, riceviamo e pubblichiamo l'intervento del consigliere comunale (del gruppo di opposizione Riformisti & Democratici) di Greve in Chianti, Tiziano Allodoli (in passato anche assessore ai lavori pubblici).
"Il rischio idraulico è un pericolo che non troverà mai soluzione definitiva. Troppe le variabili, l’ampiezza del territorio, le centinaia di fossi e ruscelli che improvvisamente e in maniera imprevedibile diventano causa di danni e allagamenti come è successo a Greve, dove i danni sono stati causati principalmente dall’acqua proveniente dai campi e da un tranquillo fiumiciattolo che scende da Colognole.
Non voglio perciò assolutamente intervenire in luogo del sindaco e della giunta competenti a parlare su questi temi, né voglio alimentare polemiche in un momento in cui ci sono cittadini e aziende che tra il fango stanno facendo la conta dei danni.
Voglio solo specificare alcune cose essendomi occupato del problema dopo le disastrose alluvioni di metà anni ’90 che coinvolsero Greve e San Polo (per ben due volte).
A) Senza i lavori di contenimento ( rgini, muri di sponda) e le casse di espansione realizzate sulla Greve, la piena dei giorni scorsi avrebbe allagato Greve come nel '95, un'alluvione disastrosa causata da piogge intense e violente come quelle di Domenica. Gli interventi fatti sono stati quindi preziosi e decisivi.
B) Le casse della piana di Greti hanno funzionato in parte perché lo scolo che le mette in comunicazione tra loro è stato ostruito da alberature tagliate nell'area circostante e lasciate sul posto. La seconda cassa è rimasta quindi quasi vuota e non ha potuto così impedire all'onda di piena di raggiungere alcune abitazioni di Greti, né ridurne gli effetti per il Ferrone.
C) A Ferrone l'acqua è venuta dalla strada non dal fiume: sembra per un problema a una cassa d'espansione a monte. Senza accusare nessuno bisogna migliorare la manutenzione delle casse unico vero deterrente ai fenomeni alluvionali. Le casse d'espansione sono costituite da argini inerbiti ma comunque in terra perciò, per la loro composizione, con gli anni si compattano sempre più e per questo sono soggetti a un naturale abbassamento.
La manutenzione quindi non va fatta solo alla vegetazione e alle valvole idrauliche ma anche alla struttura stessa degli argini stessi.
Infine una riflessione e due considerazioni finali: non scordiamoci che queste opere realizzate su Greve e Ema sono una novità per le nostre realtà e le loro reazioni erano state fino ad oggi solo simulate visto che per oltre 15 anni non si era verificato un fenomeno di simile violenza.
Dopo questo durissimo esame i tecnici dovranno valutare le reazioni delle opere in ogni frangente e mettere a punto le opportune correzioni.
La violenza e l'intensità di queste bombe d'acqua è vero, non sono un evento nuovo, ma è altrettanto vero che perché l'imprevedibilità e la concentrazione su un area ridotta questi fenomeni sono difficilmente controllabili.
Bisogna quindi non allentare la guardia, monitorare i fenomeni e periodicamente adeguare le difese.
Da qualche parte, sui giornali a Firenze e provincia si sentono polemiche e si assiste a rimpalli di responsabilità. Gli enti non devono polemizzare tra loro, quello che è stato fatto non è inutile anzi!
Il problema è che si è cominciato tardi a intervenire e c'è ancora troppo da fare. Bisogna continuare a lavorare e ralizzare interventi che, globalmente, tutti insieme, difendano il territorio. Non c'è una cura sola, decisiva.
Intanto si riparta stando vicino alle persone e alle aziende alluvionate (soprattutto economicamente) e poi si proceda ad aggiornare i progetti e a realizzare gli interventi. In questo senso mi pare che il sindaco di Greve non abbia perso tempo e si stia già muovendo… anche se non sono d’accordo con Alberto quando mette in collegamento gli eventi del Ferrone con gli insediamenti industriali soggetti alle note indagini urbanistiche.
I progetti di salvaguardia della Greve, vistati da Regione e Autorità di Bacino e collaudati dal Genio Civile non prevedevano opere idrauliche in quella zona, perché l’Area come è noto è occupata dalle terre di scavo delle cave del Ferrone stipate lì negli anni ’80.
Tiziano Allodoli
di Redazione
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