GREVE IN CHIANTI – In molti lo ricorderanno a qualche assemblea pubblica. Capelli bianchi, candidi, animo infervorato e interventi di fuoco.
Si è spento la notte scorsa Beppe Giannoni, storico psichiatra chiantigiano, pioniere dell'esperienza di Pescille (chi volesse conoscerlo meglio vada al suo sito web).
A ricordarlo è Alberto Bencistà, che ai tempi dei suoi primi mandati da sindaco collaborò da vicino con Giannoni. Con il quale ha mantenuto, nel tempo, una salda amicizia.
"E' stato un mio carissimo compagno di vita – esordisce Bencistà – un grande personaggio. Perché oltre a essere medico, psichiatra, e aver fatto esperienze innovative (in parte le abbiamo fatte anche insieme a Pescille, a Panzano, o nella gestione della malattia mentale nel territorio comunale, quando io ero sindaco lui psichiatra di zona), è stato artista, scultore, scrittore".
"Un grande intellettuale – tiene a dire Bencistà – un genio multiforme. Purtroppo, come spesso succede ai geni, incompreso, perché forte delle sue convinzioni, arrabbiato con il mondo che andava nella direzione opposta a quella in cui sperava. Lui voleva un mondo in cui pace, giustizia, ragione, difesa dei più deboli fossero delle regole permanenti. Invece la società andava dalla parte opposta".
"Era fratello del parroco di Strada in Chianti – dice ancora Bencistà – Paolo Giannoni, anche lui una grande persona. Beppe si contraddistingueva per una caratteristica: qualunque cosa facesse, la faceva al meglio. Adesso viveva all'Impruneta, dove faceva anche l'agricoltore. Lavorarava con le sue mani, aveva un'azienda agricola che gestiva direttamente. Tutto quello che toccava diventava oro".
"Essendo molto avanti rispetto alla media della cultura generale – dice ancora Bencistà – nascevano spesso incomprensioni che lo facevanno arrabbiare. Partecipava spesso ad assemblee o incontri pubblici e non riusciva a trattenersi: c'erano dei momenti in cui partiva in un'ira funesta".
"Mi auguro – auspica Bencistà – che incompreso da vivo sia adeguatamente ricordato da morto, promuovendo il suo pensiero e le sue attività. C'è una mostra delle sue sculture a Loro Ciuffenna (in cotto e in altri materiali), un patrimonio che rischia di sparire. Spero che questo non avvenga e che l'amministrazione comunale grevigiana, senza passare avanti a moglie e figli, se ne occupi".
"Un ultimo rammarico – conclude l'ex sindaco grevigiano – Beppe teneva molto all'esperienza di Pescille, a Panzano, su cui aveva scritto un libro. Voleva presentarlo insieme a me. Questo non è stato possibile perché forse sia per la Pro Loco panzanese, sia per l'amministrazione comunale, sia per altri soggetti, sia lui che io non siamo, diciamo… ben visti. Spero che la Pro Loco di Panzano, alla quale era stata indirizzata la richiesta, adesso decida di presentarlo. Anche se lui non c'è più".
di Matteo Pucci
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