GREVE IN CHIANTI – Domani, sabato 20 marzo, ricorre l’anniversario della morte di Lucrezia Borghi.
“Sono trascorsi cinque anni dalla scomparsa della nostra giovane concittadina Lucrezia Borghi e la ferita inferta alla nostra comunità è sempre aperta, tuttavia la vicinanza costante alla famiglia, le varie edizioni della borsa di studio organizzate nel suo ricordo e i progetti di solidarietà che ogni anno la Big family realizza per sostenere l’attività della Fondazione ospedale Meyer sono una luce che conforta e dà speranza”.
E’ con queste parole che il sindaco Paolo Sottani ricorda il tragico avvenimento che spezzò la vita a Lucrezia Borghi il 20 marzo 2016, quando la studentessa grevigiana rimase vittima, insieme ad altre 12 ragazze, di cui 6 italiane, di un incidente stradale a Tarragona, in Spagna, durante il percorso di studi Erasmus.
“Un giorno tristissimo che nessuno mai dimenticherà – aggiunge il primo cittadino – per il dolore e lo sconcerto della perdita che la stessa comunità ha provato e continua a condividere con la famiglia, sentimenti che, anno dopo anno, si sono trasformati in una rete solidale e concreta che ha contribuito alle diverse campagne e raccolte fondi, promosse dalla famiglia a favore della ricerca e della scienza”.
Il sindaco Paolo Sottani fa sapere inoltre che l’Unione comunale del Chianti Fiorentino non ha potuto organizzare le edizioni 2020 e 2021 della borsa di studio in memoria di Lucrezia Borghi per motivi legati alla pandemia.
Sul fronte giudiziale è l’avvocato Stefano Bartoli, nonché familiare di Lucrezia Borghi, a fare il punto della vicenda.
“La magistratura spagnola – rileva – dopo 5 anni caratterizzati da tre aberranti, ma fortunatamente infruttuosi tentativi di archiviazione, tra cronici ritardi e imbarazzanti errori procedurali, non ha ancora fissato la data del processo che vedrà, quale unico imputato, l’autista dell’autobus, colpevole certo quale materiale esecutore di quella estrema e drammatica sterzata seguita all’ennesimo colpo di sonno”.
“Non il solo colpevole – rilancia l’avvocato – se vero è che la società di autonoleggio, proprietaria dell’autobus, aveva “venduto” un viaggio a basso prezzo risparmiando sulla turnazione degli autisti”.
“Se vero è – conclude – che il viaggio era stato organizzato in modo approssimativo da una fantomatica associazione studentesca, se vero è che l’Università di Barcellona ha accreditato tale associazione tra le proprie istituzioni interne generando un naturale affidamento per gli studenti nell’aderire alle loro iniziative”.
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