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mercoledì 26 Marzo 2025
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    Ospedale Santa Maria Annunziata, allarme dagli infermieri: “Problemi enormi su personale e strutture”

    A lanciarlo è Francesco Congiu, grevigiano, infermiere in terapia intensiva, delegato sindacale della FP Cgil: "Operatori logorati. A discapito dei pazienti"

    PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – E’ a dir poco rosso l’allarme lanciato da Francesco Congiu, grevigiano, infermiere in terapia intensiva all’ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, dove è delegato sindacale della FP Cgil.

    E proprio svolgendo questo ruolo, oltre che nella sua attività quotidiana, sta toccando con mano le problematiche dell’ospedale di Ponte a Niccheri, punto di riferimento per tutto il Chianti fiorentino.

    Problematiche che racconta al Gazzettino del Chianti. Nel tentativo di rendere ancora più evidente la necessità di soluzioni rapide: “E perché è giusto che il maggior numero di persone venga a conoscenza di tutti i disagi che siamo costretti ad affrontare. Che si ripercuotono sulla qualità del nostro lavoro, e dell’assistenza che possiamo dare alle persone”.

    “Molto recentemente – inizia – si è svolta l’assemblea sindacale con tutti i lavoratori dell’area medica e, a breve, verrà fatta quella con i lavoratori dell’area chirurgica. Ci sono arrivate, ad esempio, numerose segnalazioni su disagi organizzativi, dovuti soprattutto alla dotazione di personale. Alla sua carenza e alla sua distribuzione”.

    “Disagi – prosegue Congiu – confermati pochi giorni dopo dal piano delle assunzioni della Asl Toscana Centro, che non ha messo un euro per l’aumento del personale. Nonostante che sappiano che le dotazioni attuali sono sotto dimensionate. E nonostante la Regione Toscana abbia attivato adesso il terzo concorso in tre anni”.

    Gli chiediamo un esempio sulle problematiche relative al personale.

    “Guardiamo al reparto di geriatria – risponde – per il quale sappiamo il carico che ha, ospitando pazienti geriatrici e orto geriatrici, con problemi nefrologici e neurologici. Un reparto con un carico di pazienti importante, che necessita di assistenza prolungata durante l’intero orario di lavoro: qui la notte non c’è l’operatore sanitario; ci sono due infermieri e nessuno a loro supporto”.

    “Mentre ci sono altri reparti – rimarca – che lo hanno l’operatore socio sanitario di notte, ma non hanno quel carico. Puntualizzo, a scanso di equivoci, qui nessuno vuol fare una “guerra fra poveri”, ma è evidente che non è stato capito (da direzione infermieristica e direzione aziendale) che queste figure vanno re-distribuite meglio”.

    Quindi mancanza di infermieri. Mancanza di operatori socio sanitari. Allocazione nei reparti da rivedere: “Problemi che tocchi con mano parlando con i lavoratori che sono in prima linea – precisa Congiu – E lo valutiamo sempre nell’ottica del paziente, che deve essere curato al meglio”.

    “Poi – tocca l’altra grande problematica – abbiamo anche importanti problemi strutturali. Ad esempio reparti con un solo bagno: e se un paziente ha una infezione ed ha bisogno di un bagno suo? Lo costringi a rimanere a letto, non lo mandi in bagno: ma perde autosufficienza”.

    “Sono stati spesi più di cinque milioni di euro per l’ingresso nuovo dell’ospedale – prosegue l’infermiere, delegato sindacale della funzione pubblica della Cgil – con bar e due sale convegni (che ad oggi non sono neanche state utilizzate). Certo, ci sono alcuni servizi utili, ma di contro abbiamo reparti con problemi strutturali enormi, senza programmi di riqualificazione. Abbiamo letti che non sono utilizzabili perché ci piove sopra, del tutto inagibili. Insomma, si è pensato all’aspetto esterno ma non a quello che c’è dentro”.

    “E parlo – tiene a precisare – di tutte problematiche segnalate alla direzione infermieristica dell’ospedale e alla direzione aziendale: più di un anno fa, ad esempio, abbiamo segnalato che alcune stanze in medicina e in chirurgia non avevano le tende che separano i letti. Alcune stanze sono promiscue, con uomini e donne, e non vi è garantita in alcun modo la privacy delle persone. E pensare che in questo caso parliamo di interventi minimi, che garantirebbero un minimo di dignità a chi è ricoverato”.

    Sono davvero moltissime le situazioni messe in luce dal delegato sindacale della FP Cgil, “che denotano mancanza di attenzione ai lavoratori dell’ospedale, che non viene messo in grado di lavorare con la necessaria serenità”. 

    “Anche nel parcheggio riservato ai dipendenti – rimarca – sono state più volte rotte le sbarre. Per mesi, nonostante le segnalazioni dei sindacati, sono state lasciate rotte: e in quei mesi sono stati fatti numerosi danni alle auto parcheggiatre. Tagliate le gomme, fatte ammaccature, ci parcheggiavano tutti e noi non si trovava posto per andare a lavorare. Anche recentemente, fra ieri e oggi, una dipendente ha trovato distrutta la sua auto. Da tempo abbiamo chiesto l’installazione di telecamere di sorveglianza, mai inserite: dopo i numerosi solleciti sono state riparate le sbarre e avevano promesso di far fare delle “ronde”, che però non servono a nulla. Servono le telecamere”.

    Certo, Congiu non nega che ci siano situazioni anche di eccellenza a Ponte a Niccheri: “Il pronto soccorso appena rifatto, l’Utic (terapia intensiva cardiologica) che è un fiore all’occhiello, centro di riferimento per la Toscana”.

    Ma, accanto a queste eccellenze, troppe le situazioni in condizioni insufficienti: “Le sale operatorie hanno bisogno di essere a temperature molto basse, per minimizzare i rischi. L’anno scorso è saltato l’impianto di condizionamento, tanto che c’erano 32 gradi. Per fare gli interventi previsti sono stati trasferiti pazienti, anestesisti, infermieri a Torregalli. E lo dico perché non è una situazione una tantum, si è trattato di un qualcosa che si ripete nel tempo”.

    Parla anche del suo di reparti, la terapia intensiva: “Qui i lavori di ristrutturazione sarebbero già dovuti partire a giugno scorso, poi a settembre, poi a dicembre, … . Ad oggi non sono ancora iniziati”. 

    “L’ospedale di Ponte a Niccheri è un esempio – aggiunge – di quello che sta accadendo alla sanità in Toscana. E tutto va a discapito dei pazienti. A tutt’oggi né dall’azienda né dalla direzione infermieristica e ospedaliera sono stati dati spiragli. Né dal punto di vista del nuovo personale, né della sua ricollocazione, né su lavori da fare da tempo. Qui si parla di posti letto, di sicurezza delle cure legata ad ambienti adeguati e a personale sufficientemente formato”.

    “Pensiamo alle chirurgie – evidenzia – dove gli infermieri hanno bloccato le produttività aggiuntive perché non in grado di garantire la sicurezza delle persone con turni oltre orario e mancanza di formazione. Tradotto, hanno rinunciato ad allungare gli orari e a più soldi, per tutelare loro stessi e i loro pazienti”.

    “Perché noi siamo i primi a volere la qualità dell’assistenza – conclude Congiu – che è difficile da garantire in queste situazioni. Perché, anche quando facciamo le assemblee, lo vedi negli occhi come sono logorati gli operatori. Quanto rischiano, per loro stessi e per gli altri”. 

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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