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sabato 5 Ottobre 2024
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    Schiamazzi notturni in via Gramsci, alcuni residenti: “Dopo un anno tutto uguale”

    Nel 2015 scrissero al sindaco. Il problema? "I ragazzi si ritrovano la notte per prendere da mangiare al forno"

    GREVE IN CHIANTI – Estate. Caldo, caldissimo, anche la notte. Finestre rigorosamente aperte per cercare un po' di sollievo. Da fuori schiamazzi che proseguono fino a tardi, tardissimo, e fanno andare su tutte le furie alcune famiglie che vivono nella zona di via Gramsci, all'ingresso di Greve in Chianti.

     

    Un fastidio, quello di queste famiglie, acuito dal fatto che la situazione attuale è la "fotocopia" di quella dello scorso anno, per la quale scrissero anche una lettera regolarmente protocollata in Comune e indirizzata al sindaco Paolo Sottani.

     

    Una lettera che precisava subito che la richiesta di intervento rivolta al primo cittadino era stata scritta in particolare "per la sensibilità da lei dimostrata verso ogni singolo problema che interessi la collettività del nostro paese".

     

    E il problema in sostanza qual è? In questa zona c'è un forno, che come tutti i forni inizia a lavorare a notte fonda. I ragazzi hanno iniziato a frequentarlo attorno alla mezzanotte, quando le prime paste e le schiacciate vengono sfornate e, calde calde, sono una delizia.

     

    Fin qui nulla da eccepire, anzi tutt'altro. Il problema segnalato da alcuni residenti però riguarda il "post acquisto" al forno: "La consumazione – scrivevano lo scorso anno i residential sindaco (e la situazione è rimasta pressoché identica) – si siedono sui motorini, sul muretto o sulle scale esterne delle abitazioni. Ed iniziano a parlare a voce molto alta, con il volume tipico della loro età".

     

    "Nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre – proseguivano i cittadini – fino alla riapertura delle scuole, tutto questo avviene ogni sera e si protrae a notte fonda, anche fino alle 3 del mattino. Rendendo impossibile il sonno di chi abita nelle vicinanze del forno".

     

    I residenti scrivevano al sindaco di aver provato a risolvere in autonomia la situazione, "chiedendo di invitare i giovani ad andare a consumare i prodotti acquistati lontano dalle abitazioni (ad esempio nel Parco di Sant'Anna)".

     

    Ma, come si può ben capire, la situazione non è andata a risolversi. Anzi, con il nuovo anno si è riproposta. E la rabbia dei residenti è aumentata, con i primi approcci anche alla situazione per capire i possibili sviluppi dal punto di vista legale.

     

    C'è anche chi si è già rivolto anche a carabinieri e polizia municipale "senza ottenere nessun provvedimento".

     

    Insomma, senza voler in nessun modo ledere l'attività imprenditoriale privata, i residenti chiedono al sindaco se questa si svolga nel rispetto delle leggi. E se il loro riposo notturno possa essere tutelato e garantito.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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