GREVE IN CHIANTI – Lavorare un’ora e mezza a settimana, suddivisa su tre giornate. Mezz’ora al giorno, compresa la marcatura del badge e il cambio dei vestiti, per pulire i locali del palazzo comunale di Greve.
Questa la proposta che era arrivata il 30 dicembre scorso ad Anna Maria Lucarelli, cinquantanovenne residente a Greve e dipendente della ditta “Girolami & C. Srl” che attualmente gestisce le pulizie dei locali comunali: il palazzo di piazza Matteotti, il palazzo della Torre in via Luca Cini, la biblioteca, il cantiere.
La signora Lucarelli, che fino alla fine del 2015 lavorava per cinque ore a settimana, si è rifiutata di firmare, considerando la proposta offensiva (“E' una vergogna – ha detto al Gazzettino – lavoro qui da diciotto anni e non avevo mai visto una cosa del genere”) e ripromettendosi di dare battaglia per tutelare la propria dignità umana e professionale.
Nelle ultime ore è arrivata la svolta, con la ditta che ha riformulato l'offerta portando le ore settimanali a tre, “spalmate” su tre giorni (lunedì, mercoledì e venerdì) alla settimana.
È lo stesso titolare dell'azienda, Fabio Girolami, a confermare la notizia, spiegando che si tratta di una condizione temporanea che durerà fino alla fine di aprile.
È infatti quello il termine in cui scadrà l'affidamento provvisorio del servizio di pulizie che il Comune è stato costretto a fare dopo che – come spiega il dirigente del servizio del Comune Gianfranco Ermini – la gara bandita da Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana) alla quale l'amministrazione grevigiana aveva aderito non è stata affidata dalla stessa Consip.
“Il Comune – dice ancora Girolami – ha modificato il capitolato, passando da cinque a tre giorni settimanali sui quali distribuire il servizio. In questo contesto abbiamo dovuto riorganizzare il lavoro secondo le nostre esigenze interne, cercando di tutelare maggiormente le addette (in totale sono quattro, n.d.r.) che fanno una mole di lavoro superiore e riducendo maggiormente le ore lavorate a chi, come la signora Lucarelli, già ne svolgeva di meno. Adesso abbiamo comunque raddoppiato la proposta precedente”.
Contattata telefonicamente, la stessa signora Lucarelli fa sapere che è propensa ad accettare, pur confermando la sua grande amarezza, rafforzata anche dal fatto che, dice, “dobbiamo ancora riscuotere qualche migliaia di euro dalla ditta che aveva in gestione il servizio prima di questa e della quale eravamo dipendenti”.
Una questione ben conosciuta anche dalla politica grevigiana e oggetto di un “question time” già nella passata legislatura, quando gli allora consiglieri comunali Franco Caini, Maurizio Marziali e Paolo Stecchi, avevano interrogato sul tema l'amministrazione comunale.
di Matteo Morandini
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