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giovedì 18 Aprile 2024
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    “Ho deciso di smettere anche per un clima politico che non condivido e in cui non mi riconosco”

    GREVE IN CHIANTI – Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di fine mandato dell'ex assessore ai lavori pubblici del Comune di Greve in Chianti Simone Secchi, che il suo bilancio degli anni in giunta e spiega i motivi che lo hanno spinto a non ricandidarsi.

     

    Giunto al termine di questo mandato amministrativo, mi preme scrivere queste poche righe per tracciare un primo bilancio della mia personale esperienza dentro l’amministrazione comunale di Greve e per spiegare il mio attuale allontanamento da questa stessa esperienza.

     

    Innanzi a tutto voglio ringraziare i numerosi cittadini che mi hanno dato la loro fiducia cinque anni fa e tutti quelli con cui ho avuto proficui rapporti in questi anni di mandato: da parte mia spero di avere espresso sempre la massima trasparenza.

     

    Voglio ringraziare il sindaco Alberto Bencistà per avermi dato la sua fiducia e per l’impegno che ha profuso per risolvere i numerosi problemi che, con la giunta, abbiamo affrontato in questi anni.
     

     

    Ho atteso la fine per tracciare questo bilancio dal momento che ho considerato il mio mandato da assessore come un servizio reso alla comunità, da esercitare prima di tutto nella massima trasparenza e rispetto del ruolo.

     

    La delega di assessore ai lavori pubblici, ricevuta dal sindaco nel luglio 2011, dopo due anni di esperienza come consigliere comunale e presidente della commissione urbanistica, mi ha consentito di dare il mio personale contributo in un settore di vitale importanza nel rapporto tra cittadini ed amministrazione comunale.

     

    I risultati che abbiamo ottenuto sono certamente inferiori alle mie aspettative; sono consapevole dei problemi che persistono nelle diverse frazioni e conosco l’insieme delle esigenze disattese per anni che hanno spesso portato i cittadini ad allontanarsi dalla politica.

     

    Devo però ricordare che il momento storico che abbiamo vissuto in questi anni e che perdurerà forse anche nei prossimi è tra i peggiori della storia del Paese dal dopoguerra. La contrazione delle risorse economiche disponibili per le amministrazioni locali, l’adesione alle condizioni economiche dell’Unione Europea, con l’applicazione del patto di stabilità, le politiche di spending review, con la contrazione del personale in servizio, la crisi economica generale, hanno comportato enormi difficoltà a realizzare opere pubbliche, la cui necessità era ed è ben nota alla giunta comunale.

     

    Spesso abbiamo condiviso la necessità di sacrificare alcune opere pubbliche alla necessità di mantenere l’accesso ai servizi sociali a tutti i cittadini e mantenere bassa la tassazione.

     

    In questo contesto è comunque motivo di soddisfazione constatare che  l’amministrazione comunale è riuscita a mantenere la funzionalità di tutti i servizi pubblici essenziali (per scuole, viabilità, parchi pubblici, attrezzature sportive, cimiteri) ed in alcuni casi anche a migliorarne le condizioni.

     

    Certamente la strada da fare è ancora molta, soprattutto per quanto concerne la manutenzione degli edifici scolastici. Lasciamo comunque la strada aperta a chi proseguirà questo percorso amministrativo con numerosi progetti già avviati ed alcuni addirittura in fase di apertura dei cantieri.

     

    Mi riferisco al piano di risanamento acustico delle scuole di Strada e Greve, in cui si apriranno i cantieri nel prossimo mese di giugno, ai cantieri per l’ampliamento del museo di San Francesco a Greve e per le aree dei mercati di Strada e Greve che inizieranno e verranno completati entro il mese di luglio; al progetto di riqualificazione della scuola materna di San Polo, per la quale il governo ha appena annunciato la possibilità di intervenire in deroga al patto di stabilità.

     

    Penso anche ai numerosi altri progetti per i quali l’ufficio ha lavorato ma che sono stati fermati per il rispetto del patto di stabilità interno del Comune.
     

     

    Infine, devo ammettere che allontanandomi dalla vita politica amministrativa mi sento di tradire una causa ed un patto di fiducia stabilito con i cittadini.

     

    Le ragioni che mi hanno portato a questa scelta sono sia personali che politiche. Personali, in quanto non mi sento di sacrificare ulteriormente la mia famiglia e la mia vita professionale all’università, con un impegno che per essere esercitato al meglio dovrebbe essere quasi totalizzante.

     

    Politiche, perché il clima che si è generato in questi ultimi mesi a Greve con il vicesindaco ed un assessore che hanno lasciato la giunta dopo anni di condivisione di obiettivi e strategie, non mi ha lasciato indifferente.

     

    Io ho sempre creduto nella trasparenza e nella linearità dei comportamenti; sono pronto a mettere in discussione il lavoro svolto in questi anni, che comunque considero giusto e doveroso, ma non potrò mai negare che queste sono state scelte condivise dall’intera giunta e dalla maggioranza.

     

    In questo mi sento di dissentire dalla scelta che ha fatto chi ha lasciato la giunta a pochi mesi dalle elezioni e questo è anche un motivo per cui non mi sento di spendere ulteriormente il mio impegno in un clima in cui non mi riconosco.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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