GREVE IN CHIANTI – Le aperture di alcuni giorni fa erano, evidentemente, un beffardo specchietto per le allodole, un modo per prendere tempo: nessuna volontà, da parte di CementirSacci, di mettersi a discutere dei 32 licenziamenti annunciati a Testi. Tuttaltro.
E' furibondo Alessandro Lippi, responsabile Fillea Cgil, quando ci racocnta che "ieri c'è stato un incontro fra proprietà e sindacati a livello nazionale. Nessuna volontà di venirci incontro, chiusura su tutta la linea. I 32 licenziamenti annunciati sono lì".
Da qui la decisione: "Il 18 novembre abbiamo un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. Avevamo preso impegno a non fare scioperi ma visti gli sviluppi non ci pensiamo neanche: il 18 un pullman con i lavoratori Sacci andrà a Roma, mentre abbiamo proclamato per quel giorno uno sciopero di otto ore per ogni turno".
"Non viene data nessuna garanzia per i licenziamenti – rilancia Lippi – nessuna garanzia per le esternalizzazioni, nessun incentivo per la volontarietà al licenziamento. Si lega un piccolo contributo solo dietro la decisione di non fare causa all'azienda: è inaccettabile".
"Una decisione barbara – conclude Lippi facendo anche una riflessione a più ampi spettro – E ci preoccupa il fatto che riducendo i numeri alla Sacci si metta in discussione anche la vita stessa del cementificio. Visto che il suo innegabile impatto ambientale i livelli occupazioni, diretti e dell'indotto, sono sempre stati un forte tassello per la sua presenza".
di Matteo Pucci
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