GREVE IN CHIANTI – Una serie di coincidenze, un puzzle che si ricompone pezzo per pezzo a distanza di 102 anni, un filo conduttore che per qualcuno è una vera e propria causalità, un colpo di fortuna.
Soprattutto per Marco Nestucci, che tanto si è impegnato per arrivare a esaudire un suo desiderio, trovare il fratello della bisnonna disperso durante la Prima guerra mondiale.
E quello che è successo non è una casualità, ma probabilmente la volontà di Giulio Dei, nato a Greve in Chianti il 21 marzo 1894, costretto a lasciare il suo paese per andare soldato nella Prima guerra mondiale, di farsi ritrovare dal pronipote Marco.
Arruolato nel 154° RGT Fanteria, Brigata “Novara”, perse la vita in combattimento sul Monte Cimone, nella zona dell’Altopiano di Asiago in provincia di Vicenza, l'1 agosto 1916. E dato poi per disperso.
Marco Nestucci riceve la targhetta del soldato Giulio Dei, ritrovata il 7 aprile 2018 dalla guida alpina Manuel Grotto, del comune di Arsiero.
Era nel cimitero di guerra di Quota Neutra, tra il Monte Caviojo e il Monte Cimone, riscoperto e restaurato da Grotto insieme ad altri volontari del Gruppo Alpini e del Cai di Arsiero.
Marco Nestucci non si è fermato alla ricerca, voleva in qualche maniera che Giulio facesse ritorno dopo tutti questi anni nella sua Greve in Chianti; magari se non con le spoglie, almeno con una targa nella cappella dei Caduti in Guerra del cimitero di Greve.
Un primo incontro con il sindaco Paolo Sottani e l’assessore alla cultura Lorenzo Lotti si svolse a Greve nell’ottobre 2018: lì fu preso l’impegno di fare qualcosa in memoria di Giulio Dei.
E il giorno è arrivato il 21 marzo 2019, il primo giorno di primavera, ma anche il giorno di nascita di Giulio: 21 marzo 1894.
Dal palazzo comunale di Greve in Chianti sono partiti per raggiungere il cimitero Marco Nestucci, l’assessore Lorenzo Lotti e il parroco di Greve don Flavio Rossett.
Lì ha raggiunti anche il sindaco Paolo Sottani, ma c’era un’altra grande inaspettata sorpresa: al cimitero sono arrivati anche due fratelli, Sandro e Stefano Pedani, grevigiani, la cui nonna era la sorella di Giulio Dei. Con loro hanno portato una copia dell’unica foto conservata in casa che ritrae Giulio da militare.
Un altro tuffo al cuore per Marco, una grande emozione, adesso tra le sue mani c’era anche il volto di Giulio.
Così tutti si sono portati davanti alla cappella dei Caduti alla Patria, dove il sindaco Paolo Sottani e Marco Nestucci hanno tolto il drappo alla targa in ricordo di Giulio Dei, mentre don Flavio ha provveduto alla benedizione.
Ma ancora una volta non sono finite le sorprese, perché Stefano Pedani ha raccontato: "Il babbo della Giovannina era vicino a Giulio quando fu ucciso, fu colpito da una cannonata! L’ha sempre raccontato la mia nonna".
Alla fine della cerimonia il ritorno nella piazza di Greve per la visita alla casa da dove Giulio Dei partì senza fare ritorno.
In quella casa, con le finestre si affacciano sulla piazza, su una trave di quello che doveva essere il caminetto sono incise una G. e una D., con una data.
Proprio lì dove Marco Nestucci ha passato la sua infanzia, dopo tanti anni, è tornato ad affacciarsi alla terrazza. Da lì era partito il suo desiderio e lì ha trovato il lieto fine una storia che sembrava impossibile doversi realizzare.
di Antonio Taddei
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