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lunedì 5 Maggio 2025
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    Teatro civile: Anna Meacci, Daniela Morozzi e Chiara Riondino e i cent’anni del delitto di Giacomo Matteotti

    Lo spettacolo "Il corpo. Voci di donne nel delitto Matteotti" andrà in scena oggi, mercoledì 28 agosto, alle ore 21.15 nella terrazza del Museo San Francesco

    GREVE IN CHIANTI – Sono tre grandi donne della scena teatrale e musicale italiana quali Anna Meacci, Daniela Morozzi e Chiara Riondino a dare voce alla memoria e alla storia del Novecento in occasione dei cento anni del delitto di Giacomo Matteotti.

    “Il corpo. Voci di donne nel delitto Matteotti”, nato da un’idea di Riccardo Nencini e prodotto da Lo Stanzone delle Apparizioni, in collaborazione con Compagnia Catalyst, per la regia di Matteo Marsan, è lo spettacolo di chiusura della rassegna estiva promossa e organizzata dal Comune di Greve in Chianti “Estate di San Francesco”, in programma mercoledì 28 agosto alle ore 21.15, nella terrazza panoramica antistante il Museo San Francesco.

    Un omaggio che l’amministrazione comunale dedica al centenario della morte del politico antifascista che fece vacillare il regime di Benito Mussolini con una strenua attività di opposizione e resistenza.

    Cento anni sono passati dal delitto compiuto da un gruppo di sicari fascisti che aggredì e sequestrò il giornalista, nonché segretario del Partito Socialista Unitario, a Roma nei pressi della sua abitazione, e lo uccise a colpi di coltello.

    Il cadavere di Giacomo Matteotti (Fratta Polesine 1885 – Roma 1924) fu rinvenuto solo due mesi dopo il delitto, in un bosco a pochi chilometri da Roma, in una buca coperta da fogliame.

    Omaggio teatrale a Giacomo Matteotti a cento anni dall’uccisione. A Greve “Il Corpo. Voci di donne nel delitto Matteotti”

    Sono le stesse protagoniste, autrici del reading, intriso di scrittura drammaturgica e cantautoriale, a raccontare l’esperienza e il segno lasciato dal percorso culturale condiviso.

    Come nasce il progetto?

    “Il nostro lavoro nasce da un’idea di Riccardo Nencini e si sviluppa come un’esperienza teatrale che abbiamo elaborato in maniera autonoma condividendo e intrecciando le competenze di ciascuna di noi, legata l’una all’altra da un’affinità artistica e amicale. Ne è scaturito un reading di teatro civile in cui la musica e le composizioni originali, scritte appositamente per lo spettacolo, sono parte integrante della narrazione stessa poiché tratteggiano con le note i fatti e il clima legati al delitto di Matteotti”.

    Cosa racconta e testimonia il reading?

    “Con le storie, gli amori, le emozioni, le relazioni sentimentali di quattro donne Velia, Anna, Margherita e Julija, raccontiamo le loro vicissitudini, attraversate dal filo rosso dell’omicidio di Giacomo Matteotti, avvenuto il 10 giugno 1924 per mano di un gruppo di sicari fascisti nei pressi di Roma, ripercorriamo i diversi approcci, tra pensieri, parole e azioni, che le donne scelsero di esprimere per stare al fianco dei loro uomini, supportarli,  amarli, consigliarli, motivarli e in alcuni casi rappresentare il loro consapevole tormento”.

    Nello specifico quali figure femminili entrano in campo?

    “Velia Titta è la poeta che ha amato Giacomo Matteotti con tutta se stessa seguendo la sua rettitudine, correndo insieme a lui rischi e pericoli senza mai fare un passo indietro, Anna Kuliscioff è l’attivista e medica russa che svolse un ruolo determinante nella strategia politica di Filippo Turati e del Partito Socialista italiano, Margherita Sarfatti è la prima critica d’arte Italiana che con la sua biografia dedicata al Dux contribuì a rendere l’amato, Benito Mussolini, immortale e infine Julija Šucht è la violinista francese la cui storia d’amore con Antonio Gramsci fu motivo di grandi angosce e sofferenza per entrambi. Nella sfera pubblica e privata di ognuna di queste relazioni affiora la storia con la S maiuscola, quella che ci ha permesso di ricomporre in chiave di orazione civile il percorso politico e umano di Giacomo Matteotti e del suo profondo rispetto per le istituzioni. Quel senso profondo della politica che mira al dialogo, al bene comune e coincide con la pienezza della parola dignità è ciò che intendiamo restituire al pubblico per celebrare il centenario dell’uccisione di Giacomo Matteotti e rendere omaggio a tutti gli uomini e le donne che hanno lottato per la difesa dei loro ideali di equità, libertà, democrazia”.

    Un percorso che è stato anche fonte di arricchimento culturale…

    “Per noi che abbiamo costruito l’impianto drammaturgico raccogliendo carteggi e materiale documentale, quali la fitta corrispondenza intercorsa tra le coppie, le pubblicazioni e le monografie sul delitto Matteotti e la complessità  del contesto storico che caratterizzò l’epoca, svolgendo un’attività di ricerca e studio durata svariati mesi, è stato un viaggio culturale di altissimo livello, un percorso artistico e umano alla scoperta e alla riscoperta di quest’uomo, Giacomo Matteotti, il cui delitto rappresenta uno spartiacque nella storia del Novecento italiano, che emerge non solo grazie alla sua integrità morale, alla fermezza, alla determinazione nell’opporsi e contrastare la dittatura e il pensiero di Mussolini ma anche come figura pacifista, dai principi alti e dai valori democratici sensibili alla cultura dei diritti, quelli che ogni giorno nel presente siamo chiamati a far crescere e coltivare in ogni campo della nostra quotidianità, costantemente minata dal fenomeno del revisionismo”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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